Un’associazione da evitare
Uno studio statunitense condotto ad Atlanta, nato dalla collaborazione tra l’Università di Emory e il Veterans Affairs Medical Center individua, nella somministrazione di voriconazolo per la profilassi delle infezioni micotiche dopo trapianto di polmone, un fattore di rischio indipendente per il...
Un’indagine effettuata presso l’Università di Seul indica che l’impiego del gadolinio come mezzo di contrasto per la risonanza magnetica si associa a una bassa incidenza di reazioni di ipersensibilità immediata ed è più probabile nei pazienti con diatesi allergica e/o storia di precedenti...
Uno studio di popolazione canadese esclude che la somministrazione intravitreale di un inibitore del VEGF e dell’angiogenesi per il controllo della degenerazione maculare retinica comporti un significativo aumento del rischio di complicanze cardiovascolari e/o tromboemboliche.
Il Dipartimento di statistica medica dell’Università di Oxford ha validato, su un ampio campione di pazienti, QStatin®, uno dei software progettati dall’Università stessa che utilizzano il database QRESEARCH (12 milioni di record sanitari anonimi pervenuti da 557 ambulatori di medicina generale...
Alcuni casi isolati di ipomagnesiemia associati all’assunzione a lungo termine di inibitori della pompa protonica erano stati già segnalati e sono, tra l’altro, stati oggetto di una precedente news.
I dati di uno studio prospettico multicentrico statunitense condotto da un gruppo di ricercatori riuniti nel Childhood Asthma Management Program indicano che la terapia dell’asma con steroidi per via inalatoria prima della pubertà può influenzare negativamente l’accrescimento.
Due studi canadesi di popolazione con disegno caso-controllo, entrambi coordinati dalle istituzioni sanitarie nazionali, il primo di dimensioni limitate, il secondo di maggiore numerosità per confermare i risultati del precedente, evidenziano un effetto aritmogeno dei broncodilatatori nei...
Una revisione condotta presso l’Università di Cardiff analizza il ruolo delle soluzioni oftalmiche nello scatenare e sostenere una dermatite da contatto su base allergica (reazione ritardata di tipo IV) della zona periorbitale e delle palpebre.
L’impiego di moxifloxacina e levofloxacina sarebbe associato a un aumento del rischio di danno epatico acuto nell’anziano. Lo suggerisce uno studio di popolazione caso-controllo condotto per 9 anni nella provincia canadese dell’Ontario.
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