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Farmaci biologici e rischio di cancro

Una revisione sistematica con metanalisi(1) non conferma l’ipotesi che l’uso degli inibitori del TNF si associ a un aumentato rischio di tumore in genere, sembra però che ci sia una relazione tra terapia con questi farmaci e tumori cutanei. Oggetto della ricerca sono stati gli studi pubblicati in letteratura e gli abstract di importanti congressi centrati sull’uso dei biologici nei soggetti con artrite reumatoide. Sono stati identificati 2.039 articoli e 1.979 abstract. Alla fine sono rimasti per la valutazione 21 articoli e 8 abstract. Il rischio di tumore di qualunque tipo che emergeva da 7 studi era 0,95 (limiti di confidenza al 95% da 0,85 a 1,05). Secondo 2 studi non c’erano prove che una esposizione prolungata agli inibitori del TNF aumentasse il rischio di malignità.
I risultati di 4 studi sottolineavano un rischio aumentato di tumori cutanei non melanoma (1,45, limiti di confidenza al 95% da 1,15 a 1,76). Infine i dati di due studi indicavano un aumento di rischio anche per il melanoma, anche se statisticamente non significativo (1,79, limiti di confidenza al 95% da 0,92 a 2,67).
L’uso sempre più ampio dei farmaci biologici deve indurre alla prudenza (vedi anche Focus n. 65, luglio 2011, Farmaci biologici e loro sicurezza). I dati sull’eventuale aumento del rischio di tumori legati agli inibitori del TNF sembrano tranquillizzanti, tranne per le forme cutanee, e richiedono comunque attenzione.

Bibliografia: 
  1. Ann Rheum Dis 2011;DOI:10.1136/ard.2010.149419. CDI #nnf#

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