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focus / Giovedì, Maggio 26, 2011
Case report
Giovedì, Maggio 26, 2011

In Veneto il propoli non fa sempre bene

Caso: 

La Rete nazionale di farmacovigilanza non permette di raccogliere le segnalazioni spontanee di sospette reazioni avverse da prodotti diversi dai farmaci. Tuttavia, la consapevolezza dei possibili rischi associati ai prodotti della “medicina naturale” ha portato all’implementazione di un sistema di sorveglianza delle reazioni avverse da questo tipo di prodotti[1]. Il sistema raccoglie le segnalazioni spontanee associate a qualsiasi tipo di prodotto “naturale” (piante medicinali, integratori alimentari, prodotti omeopatici, minerali, prodotti derivati da animali eccetera). Le reazioni avverse possono essere segnalate, tramite una scheda appositamente predisposta (scaricabile all’indirizzo Internet http://www.epicentro.iss.it/focus/erbe/pdf/scheda_fito.pdf), all’Istituto superiore di sanità.
Nel periodo tra aprile 2002 e settembre 2008 il 12% (39 su 315) di tutte le segnalazioni spontanee inviate al sistema di sorveglianza delle reazioni avverse da prodotti di origine naturale sono pervenute dal Veneto e dall’analisi di tutte le segnalazioni è emerso un segnale associato a prodotti a base di propoli[2]. In totale sono state riportate nel database 20 reazioni avverse da propoli, ben cinque delle quali segnalate da personale sanitario del Veneto.
Nel complesso, diciotto segnalazioni riguardavano reazioni allergiche (con sintomi dermatologici o respiratori), mentre due riguardavano l’apparato digerente. Sei reazioni sono state osservate in bambini da uno a dieci anni. Alcune reazioni erano gravi: sei pazienti sono stati infatti ricoverati in ospedale o si sono recati al Pronto Soccorso, e in due di questi casi l’evento avverso ha messo in pericolo la vita del paziente. In sette casi (quattro dei quali bambini) era stata indicata una predisposizione allergica. Quasi sempre il propoli era stato usato per contrastare infezioni delle alte vie respiratorie o come preparazione per uso topico (pomata o collutorio orale) per curare lesioni cutanee o afte orali. Tutte le cinque segnalazioni relative al Veneto riportavano reazioni allergiche (con sintomi dermatologici o respiratori). Una reazione dermatologica è stata osservata in un bambino di dieci anni nel quale era stata segnalata una familiarità per asma allergica. Una grave reazione allergica è invece comparsa in una donna in gravidanza che aveva usato il prodotto per una faringite acuta nelle prime settimane di gestazione. Un rechallenge positivo, infine, è stato osservato in una donna di 63 anni, che aveva in precedenza sviluppato una reazione simile dopo aver usato un collutorio orale a base di propoli.

Il commento

Propoli è il nome generico di una resina naturale che le api raccolgono dalle gemme e dalla corteccia delle piante. E’ una sostanza di origine vegetale anche se le api la elaborano con l’aggiunta di cera, polline ed enzimi prodotti da loro stesse.
Il propoli è usato per scopi diversi (dermatiti, laringiti, ulcere della bocca)[3], proprio per il suo ampio spettro di presunta attività, che includerebbe un’azione antivirale, antifungina, anti- batterica (batteri Gram positivi e negativi), antinfiammatoria e antiossidante[4,5]. La composizione chimica del propoli varia a seconda della regione geografica, ed è molto complessa, infatti sono stati individuati più di 300 sostanze. La composizione generale è per il 50% di resina e balsamo vegetale, per il 30% di cera, per il 10% di olii essenziali, per il 5% di polline e per il 5% di residui organici. In Europa, è stata riportata la presenza nei prodotti a base di propoli di polifenoli, cumarine, aminoacidi, steroidi e composti inorganici. Le supposte attività biologiche sono principalmente attribuibili a flavonoidi (rutina, quercitina, galangina) e ad acidi fenolici con i loro esteri (con l’estere dell’acido caffeico, o CAPE, come componente principale)[4,6]. Il propoli sembra relativamente sicuro[7], tuttavia ha una potente attività di sensibilizzazione ed è una causa nota di dermatiti da contatto allergiche occupazionali negli allevatori di api[8]. Per questa ragione è controindicato in caso di predisposizione allergica, specie al polline. L’azione allergenica sembra essere dovuta ai derivati degli acidi caffeici[9].
In Italia i prodotti derivati dalle api (polline, pappa reale o propoli) sono venduti come integratori alimentari senza nessuna avvertenza in etichetta sulle possibili reazioni avverse, anche se è ben noto che soggetti asmatici o con atopia possono avere un maggior rischio di sviluppare reazioni avverse in seguito all’uso di questi prodotti[10-12]. I prodotti che contengono propoli sono spesso composti da un insieme di sostanze che possono contribuire a eventi avversi. In particolare, gli olii essenziali contengono livelli elevati di principi attivi. Inoltre, le formulazioni spray, spesso utilizzate, sono particolarmente pericolose quando si inalano sostanze allergeniche.
Gli utilizzatori e il personale sanitario devono essere consapevoli dei rischi di reazioni allergiche dei prodotti derivati dalle api e un’avvertenza in tal senso dovrebbe essere apposta sulle confezioni.

Bibliografia: 
    

  1. Pharmacoepidemiol Drug Saf 2008;DOI:10.1002/pds.1566.
  2. 

  3. Drug Saf 2008;31:419-23.
  4. 

  5. Phytotherapy – a quick reference to herbal medicine, Springer Verlag 2003.
  6. 

  7. Helicobacter 2007;12:572-4.
  8. 

  9. J Ethnopharmacol 2007;110:548-54.
  10. 

  11. Neurosci Lett 2004;355:231-5.
  12. 

  13. Food Chem Toxicol 1998;36:347-63.
  14. 

  15. Ann Allergy Asthma Immunol 2005;94:509-11.
  16. 

  17. Dermatitis 2005;16:127-9.
  18. 

  19. Ann Allergy Asthma Immunol 2001;86:239-42.
  20. 

  21. Clin Exp Allergy 1996;26:216-22.
  22. 

  23. Contact Dermatitis 1987;17:163-70.
  24. 


di Francesca Menniti-Ippolito, Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute, Istituto superiore di sanità, Roma

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