Salta al contenuto principale

Farmacovigilanza

Italiano   English

Form di ricerca

  • Home
  • Rivista
  • Casi
  • Segnali
  • Newsletter
  • Link
  • Chi siamo
  • Contatti
focus / Giovedì, Maggio 26, 2011
Case report
Giovedì, Maggio 26, 2011

Che cosa fare con pochi bianchi

Caso: 

I dubbi del medico di medicina generale

Sono in ambulatorio, è pomeriggio e mi telefonano dal Laboratorio dell’Ospedale: “La sua paziente ha solo 40 neutrofili per millimetro cubo!”. Vado in tensione. Il valore è nettamente sotto la soglia di allarme dei neutrofili (<500/mm3). Telefono immediatamente alla paziente, una donna di circa 45 anni, in cura da qualche mese con docetaxel e trastuzumab per un carcinoma della mammella. La invito a rivolgersi al più presto all’oncologo dell’Ospedale veneto da cui è seguita per vedere se è il caso di somministrare un farmaco per aumentare i neutrofili. La neutropenia è insorta circa 10-15 giorni dopo l’ultimo ciclo di chemioterapia, nel quale non era stato somministrato a scopo preventivo nessun fattore di crescita granulocitaria. Dopo qualche ora la paziente mi telefona: “L’oncologo ha detto che il farmaco per far aumentare i globuli bianchi serve solo per la prevenzione o se compare la febbre”. Due settimane dopo, risaliti i bianchi, la donna viene sottoposta a un altro ciclo di chemioterapia e dal giorno seguente a otto iniezioni di lenograstim. La paziente mi dice di essere frastornata, mi sembra che inizi a perdere fiducia nella terapia. A me intanto sopraggiunge un dubbio: a che cosa serve eseguire i controlli emocromocitometrici dopo la chemioterapia se poi essi producono solo allarmi e inazione visto che non si dà nessuna cura? Inoltre, né la donna né io, il suo medico di famiglia, siamo stati informati dagli oncologi su come gestire la non rara neutropenia da chemioterapici. Sorgono a questo punto altre domande: è giusto evitare l’uso preventivo di fattori di crescita leucocitaria all’inizio della chemioterapia? E’ proprio assodato che il lenograstim non serva per trattare una neutropenia grave, se pur apiretica? Qual è la modalità migliore per somministrare questi farmaci?

Le risposte dell’oncologo

L’utilizzo dei fattori di crescita granulocitari in oncologia segue generalmente le raccomandazioni delle varie linee guida.1-4 Le raccomandazioni distinguono tra impiego profilattico e impiego terapeutico e si possono così riassumere:

Profilassi primaria

    

  1. E’ raccomandata nei pazienti ad alto rischio (>20%) di neutropenia febbrile.
  2. E’ raccomandata anche con livelli di rischio di neutropenia febbrile65 anni, cattivo performance status, precedenti episodi di neutropenia febbrile, cattivo stato nutrizionale, ferite aperte o infezioni in atto, malattia in fase molto avanzata, pretrattamenti pesanti inclusa radioterapia a campi estesi, chemioradioterapia concomitante, infiltrazione tumorale del midollo osseo con citopenia secondaria, gravi comorbilità.
  3. 


Profilassi secondaria

E’ raccomandata nei pazienti che hanno avuto un pregresso episodio di neutropenia febbrile o una neutropenia così prolungata da determinare un ritardo del ciclo successivo di chemioterapia e che effettuano un trattamento la cui riduzione di dose può compromettere la sopravvivenza libera da malattia o globale.

Terapia

E’ raccomandata per:


    

  1. pazienti con neutropenia febbrile ad alto rischio: età >65 anni, comorbilità, complicanze infettive, tipi particolari di tumore; sviluppo di neutropenia profonda (10 giorni); malattia tumorale in progressione e non controllata, polmonite, ipotensione e disfunzione multiorgano, infezione fungina invasiva, ospedalizzazione del paziente all’esordio della febbre.
  2. 


La terapia non è raccomandata per:


    

  1. pazienti con neutropenia apiretici;
  2. 

  3. pazienti con neutropenia febbrile che non abbiano le condizioni citate al punto precedente.
  4. 


Intensità di dose

L’impiego del fattore di crescita per consentire un regime chemioterapico più intenso è limitato a poche situazioni nelle quali è emerso un vantaggio clinico dei regimi ad alte dosi rispetto a quelle standard.

Mobilizzazione di staminali periferiche

E’ un’indicazione specialistica, per lo più limitata al campo d’impiego onco-ematologico; in questi casi la somministrazione del fattore di crescita è indicata:


    

  1. in aggiunta al trattamento chemioterapico, in vista dell’autotrapianto;
  2. 

  3. dopo trapianto autologo;
  4. 

  5. dopo trapianto di cellule staminali periferiche autologhe.
  6. 


Nel caso specifico quindi l’oncologo ha correttamente deciso di non prescrivere la terapia con fattori di crescita, mentre ha fatto poi ricorso a una forma di profilassi secondaria. Il problema si è generato invece per un difetto di comunicazione tra oncologo, medico di medicina generale e paziente. Esso pone l’accento sull’opportunità che le linee guida oncologiche vengano maggiormente diffuse nella medicina generale, dal momento che spesso e giustamente i medici di famiglia hanno un ruolo attivo nella sorveglianza post terapia e devono poter essere partner fondamentali per l’oncologo, specialmente quando il trattamento chemioterapico avviene in regime ambulatoriale o in day hospital.

Bibliografia: 
    

  1. J Natl Cancer Inst 2005; 97:710-11.
  2. 

  3. J Clin Oncol 2006; 24:3187-205. CDI #nnr#
  4. 

  5. Eur J Cancer 2006; 42:2433-53. CDI #nnr#
  6. 

  7. http://www.aiom.it
  8. 


di Francesco Del Zotti, medico di medicina generale, Verona
di Claudio Graiff, primario Oncologia, Ospedale di Bolzano

Aggiungi un commento

Case report

Maggio 2011
Una sincope dal respiro corto
A rischio anche la via inalatoriaI corticosteroidi inalatori sono la terapia di scelta per la...
[Leggi tutto]
Maggio 2011
Il disattento Andrea
Un Registro per controllare
l disturbo da deficit attentivo con iperattività riguarda l’1-8% dei...
[Leggi tutto]
Maggio 2011
Le bizze del cuore di Tiberio
Una tossicità notaCi troviamo di fronte a un chiaro esempio di tossicità da amiodarone, che...
[Leggi tutto]
Maggio 2011
Martino ha sentito la voce di Dio
Un caso tipico di antibiomaniaLa possibile insorgenza di disturbi psichiatrici indotti da...
[Leggi tutto]
Maggio 2011
Gli indomabili capelli di Marta
Sindrome o reazione avversa?La sindrome viene descritta per la prima volta come “capelli...
[Leggi tutto]
Maggio 2011
Anna d’improvviso cambia umore
Inibitori di pompa sulla psicheNel 2008 in Italia gli inibitori di pompa protonica, che comprendono...
[Leggi tutto]
Aprile 2011
Barbara non desiste, nonostante le avversità
Il commentoIl sunitinib, un inibitore per bocca dell’enzima tirosina chinasi, è autorizzato in...
[Leggi tutto]
Maggio 2011
In Veneto il propoli non fa sempre bene
Il commentoPropoli è il nome generico di una resina naturale che le api raccolgono dalle gemme e...
[Leggi tutto]
Maggio 2011
Lettere
Stante la normalità dell’uricemia, in assenza di una storia clinica di gotta o nefrolitiasi, non...
[Leggi tutto]
Giugno 2011
Epistassi da non trascurare
Fondamentale è il monitoraggioIl caso clinico, non eclatante e fortunatamente a esito positivo,...
[Leggi tutto]

Pagine

  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • seguente ›
  • ultima »
Archivio

Ultimi articoli

Reazioni avverse in Pronto soccorso e prevenibilità: il progetto MEREAFAPS
Il progetto MEREAFAPS (Monitoraggio epidemiologico delle reazioni e degli eventi avversi...
[leggi tutto]
L’uso delle medicine alternative e complementari nell’allattamento: lo studio HaBIT
Negli ultimi anni si è assistito a un incremento dell’utilizzo delle medicine...
[leggi tutto]
La bilancia dell’acido acetilsalicilico nella prevenzione cardiovascolare primaria
L’utilizzo dell’acido acetilsalicilico nella prevenzione primaria delle malattie...
[leggi tutto]
Il sito italiano della farmacovigilanza
Continua la crescita del sito www.farmacovigilanza.euAlla fine del 2018 saranno 400.000...
[leggi tutto]

Focus Farmacovigilanza

  • 2014
  • 2013
  • 2012
  • 2011
  • 2010
  • 2009
  • 2008

Segnali

  • 2011
  • 2010
  • 2009
  • 2008
  • 2007
  • 2006
  • 2005
  • 2004
  • 2003
  • 2002

© 2011-2017 | Zadig srl | P.IVA: 10983300152

Focus Farmacovigilanza