I pazienti con più di 70 anni di età sono più a rischio di forme gravi di COVID-19 e di morire a causa dell’infezione.1,2,3 La presenza di multiple condizioni preesistenti, come patologie cardiovascolari e respiratorie, diabete e insufficienza renale, la fragilità e un’alterata...
L'idea di un passaporto vaccinale per chi si è vaccinato contro COVID-19 è discriminante perché favorisce le persone che hanno potuto vaccinarsi (escludendo spesso le fasce povere della popolazione) e crea una sorte di èlite privilegiata.
Uno studio prospettico di coorte su 131 donne analizza le conseguenze della vaccinazione anti COVID-19 nelle donne in gravidanza e allattamento, fornendo dati tranquillizzanti sugli effetti avversi e sulla protezione del nascituro.
I dati degli studi di fase 3 hanno sollevato la questione perché il numero di casi di paralisi di Bell nei vaccinati è maggiore di quello nei gruppi di controllo. E’una differenza dovuta al caso o c’è un legame tra vaccino e paralisi di Bell?
Tra le possibili sostanze implicate nei casi di anafilassi da vaccini anti COVID-19 a mRNA il polietilene glicol contenuto nella preparazione è tra i maggiori indagati, per questo i vaccini anti COVID-19 a mRNA dovrebbero essere controindicati nei pazienti che hanno una storia di ipersensibilità...
Uno studio di popolazione danese suggerisce che l'immunità acquisita dopo l'infezione da SARS-CoV-2 abbia una durata, e di conseguenza un effetto protettivo, variabile in base all'età. Ci sarebbe un 78,8% di protezione per le persone sotto i 65 anni di età e solo un 47,1% per quelle più anziane...
Un modello matematico illustra che cosa accadrebbe se, una volta vaccinata una buona percentuale della popolazione, si rinunciasse a tutte le regole di prevenzione (mascherine, distanziamento sociale, eccetera) oggi attuate
Nella scelta di un fluorochinolone occorre considerare anche la sicurezza: sul piano cardiovacolare e metabolico la levofloxacina sembra essere meno sicura della ciprofloxacina.
Il vaccino anti COVID-19 di Astra Zeneca non sembra essere protettivo nei confronti della cosiddetta variante sudafricana di SARS-CoV-2 (B.1.351). Uno studio controllato e randomizzato su 2.026 pazienti in Sud Africa ha rilevato una efficacia del 10,4%.
La prima dose dei vaccini anti COVID-19 a mRNA non è sufficiente a sviluppare una buona risposta anticorpale, analoga a quella dei soggetti sani, nei pazienti trapiantati.
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