In corso la revisione dell’EMA sull’orlistat
Che cosa succede?
Che cosa succede?
Il New England Journal ofMedicine richiama l’attenzione sull’iperpigmentazione cutanea seguente all’uso di chemioterapici, riportando un caso nella sezione Images in Clinical Medicine.(1) Si tratta di una donna di 42 anni sottoposta a lumpectomia mammaria e biopsia del linfonodo sentinella per un carcinoma della mammella, trattata con chemioterapia adiuvante (doxorubicina, ciclofosfamide e paclitaxel). Dopo il secondo ciclo di doxorubicina e ciclofosfamide sono comparse delle macchie iperpigmentate solo sulla lingua della paziente.
Le conseguenze dell’uso del dietilstilbestrolo, somministrato fino al 1971 a milioni di donne, si vedono fino a oggi. Uno studio statunitense(1) ha raccolto a distanza di tanti anni i dati cumulativi di tre studi iniziati appunto negli anni settanta e continuati con il follow up delle donne le cui madri erano state trattate durante la gravidanza con il dietilstilbestrolo (4.653 con madri trattate rispetto a 1.927 controlli).
Una revisione sistematica con metanalisi(1) non conferma l’ipotesi che l’uso degli inibitori del TNF si associ a un aumentato rischio di tumore in genere, sembra però che ci sia una relazione tra terapia con questi farmaci e tumori cutanei. Oggetto della ricerca sono stati gli studi pubblicati in letteratura e gli abstract di importanti congressi centrati sull’uso dei biologici nei soggetti con artrite reumatoide. Sono stati identificati 2.039 articoli e 1.979 abstract. Alla fine sono rimasti per la valutazione 21 articoli e 8 abstract.
Le interazioni tra farmaci e fitoterapici possono essere un rischio per la salute dei pazienti in terapia anticoagulante orale, in termini sia di emorragie sia di complicanze tromboemboliche.
L’Uppsala Monitoring Centre (UMC) ha reso noto un segnale sulla possibile associazione tra oseltamivir e pancreatite. L’ipotesi si basa su 12 report provenienti da Canada, Germania e Stati Uniti. Il tempo di insorgenza della pancreatite era compreso in un intervallo di tempo di 2-11 giorni; in 3 casi è stato segnalato un dechallenge positivo e in uno di questi la reazione è ricomparsa alla seconda somministrazione. Tutti i pazienti, tranne uno, assumevano altri farmaci, per molti dei quali è nota una possibile associazione con la pancreatite.
Sono stati resi noti i risultati provenienti da uno studio caso/non caso(1) condotto sulle segnalazioni contenute nel database dell’Organizzazione mondiale della sanità in cui è emerso un aumento del rischio di sindrome lupus-simile, rispetto ad altre reazioni avverse, in seguito all’utilizzo di statine. Nello studio sono stati identificati 3.362 report di sindrome lupus-simile (casi), analizzati rispetto a 27.092 report di altre reazioni (non casi). Le statine sono state più spesso riportate come farmaco sospetto nei casi (3,2%) rispetto ai non casi (1,5%).
Il profilo di sicurezza del farmaco lo indica solo per casi selezionati e attentamente monitorati
Nei soggetti trapiantati occorre risonoscere per tempo i segni della malattia neurologica che sarebbe secondaria all’utilizzo della terapia immunosoppressiva
Additional concentration of liquid acetaminophen marketed for “infants” (160 mg/5 mL) is now available.
80.211.154.110