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segnale / Venerdì, Dicembre 1, 2006
Venerdì, Dicembre 1, 2006

Ceftriaxone e vasculite

Principio attivo: 
ceftriaxone
Reazione: 
vasculite

Nel database del GIF sono presenti 5 segnalazioni di sospetta vasculite comparsa durante l’uso di ceftriaxone per il trattamento di patologie infettive (4 pervenute nel 2006).
In 3 casi il farmaco era stato assunto per via intramuscolare alla dose di 1 g/die per un periodo compreso tra 4 e 9 giorni. In un altro paziente la dose iniziale di 1 g per via intramuscolare era stata successivamente aumentata a 2 g per un trattamento complessivo di 6 giorni. Nell’ultimo caso, relativo ad un’infezione delle vie urinarie, il farmaco era stato somministrato per via endovenosa alla dose di 2 g/die per 9 giorni.
In 4 pazienti la reazione si è risolta o è migliorata alla sospensione del trattamento, mentre per 1 paziente l’esito non è disponibile.
Il riassunto delle caratteristiche del farmaco riporta la possibile comparsa di reazioni da ipersensibilità durante il trattamento. In letteratura, tali reazioni sono state descritte nel 2,7% dei pazienti in terapia con ceftriaxone per via parenterale, sotto forma di rash cutaneo, prurito, febbre, brividi o malattia da siero [1].
E’ noto che la vasculite da ipersensibilità può correlarsi all’uso di farmaci, associarsi a diverse patologie come le infezioni virali e batteriche (ad esempio, epatite B e C, HIV, endocarditi) oppure si può manifestare in forma idiopatica.
La vasculite indotta da farmaci di solito si presenta con prevalente interessamento cutaneo, sotto forma di petecchie o porpora palpabile, generalizzata o localizzata alle estremità inferiori o ad altre aree del corpo; si possono anche osservare lesioni orticarioidi, ulcere e vescicole emorragiche. Oltre alle manifestazioni cutanee, possono comparire febbre, senso di malessere e poliartralgie [2].
La vasculite da ipersensibilità in passato era indotta prevalentemente dalla somministrazione di sieri eterologhi, da cui è derivato il termine di ‘malattia da siero’. Attualmente si ritiene che i farmaci implicati nell’insorgenza di vasculite agiscano come apteni stimolando una reazione immunitaria antigene-anticorpo. Numerosi farmaci possono causare vasculite da ipersensibilità e tra questi, in particolare, penicilline, cefalosporine, sulfonamidi, fenitoina ed allopurinolo [3,4]. Nella maggior parte dei casi i sintomi insorgono da 7 a 10 giorni dopo l’inizio del trattamento, tempo necessario per la produzione di sufficienti livelli anticorpali; il periodo di latenza può essere inferiore (2-7 giorni) nelle esposizioni secondarie o maggiore (2 settimane o più) con farmaci a lunga durata d’azione [5].
Le 5 segnalazioni presenti nel database del GIF riportano una latenza compatibile con quella indicata in letteratura (da 5 a 9 giorni). Da segnalare inoltre che tra i farmaci sospetti sono stati riportati in 2 casi anche allopurinolo e cotrimossazolo, per i quali è nota l’associazione con vasculite da ipersensibilità.

Bibliografia: 
  1. Micromedex, Vol 132, 2007.
  2. Harrison. Principi di medicina interna. 15 Edizione. Milano, 2002.
  3. Calabrese LH, Duna GF. Drug-induced vasculitis. Curr Opin Rheumatol 1996; 8: 34.
  4. Martinez-Taboada VM et al. Clinical features and outcome of 95 patients with hypersensitivity vasculitis. Am J Med 1997; 102: 186.
  5. UpToDate 2007

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