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Mercoledì, Marzo 20, 2024

L’inizio della terapia con triptani aumenta il rischio di infarto miocardico e ictus?

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L’avvio della terapia con triptani, tra le opzioni di prima linea per il trattamento degli attacchi di emicrania, sembra associarsi a un aumento, seppur minimo, del rischio di infarto miocardico e ictus ischemico.
A suggerirlo è uno studio cross over, condotto sui dati dei registri nazionali danesi, per un totale di 429.612 partecipanti che hanno ricevuto una prima prescrizione di triptani tra il 1995 e il 2022. L’obiettivo era di far luce sull’associazione tra questi farmaci e gli eventi ischemici dal momento che gli studi osservazionali condotti finora e pubblicati in letteratura sono giunti a conclusioni contrastanti.
Nella popolazione in studio, 11 pazienti hanno avuto un infarto miocardico (0,003%; Odds Ratio - OR 3,3, limiti di confidenza al 95% da 1,0 a 10,9), mentre 18 un ictus ischemico con la prima prescrizione di triptani (0,004%; OR 3,2, limiti di confidenza al 95% da 1,3 a 8,1). La maggior parte dei pazienti interessati da eventi ischemici aveva più di 60 anni e presentava fattori di rischio cardiovascolare.
Questi risultati supportano l’attuale raccomandazione secondo cui i triptani non dovrebbero essere prescritti a pazienti con un’anamnesi di malattia coronarica, attacco ischemico transitorio o ictus e suggeriscono cautela quando somministrati a soggetti con fattori di rischio cardiovascolare.

Petersen C, Hougaard A, et al. Risk of stroke and myocardial infarction among initiators of triptans. JAMA Neurol 2024; DOI:10.1001/jamaneurol.2023.5549.

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