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Sabato, Luglio 23, 2022

Insufficienza renale acuta da inibitori del cotrasportatore sodio-glucosio di tipo 2

Uno studio di farmacovigilanza, condotto sul database di segnalazione spontanea della FDA, ha confermato l’associazione tra gli inibitori del cotrasportatore sodio-glucosio di tipo 2 (SGLT-2) e l’insufficienza renale acuta nei pazienti diabetici.
Dall’analisi di 2.483 segnalazioni di sospetta insufficienza renale acuta correlata agli inibitori di SGLT-2, raccolte tra il 2004 e il 2020, è emerso che quasi la metà dei casi si è verificata entro due mesi dall’inizio della terapia (45,56%), ha riguardato perlopiù uomini (56,68%) d’età compresa tra 45 e 64 anni (58,46%) e ultrassessantacinquenni (28,67%).
L’analisi di disproporzionalità ha rilevato che il canaglifozin è il farmaco della classe con la più forte associazione all’insufficienza renale acuta (odds ratio di segnalazione – ROR - 3,70, limiti di confidenza al 95% da 3,51 a 3,91), seguito da dapaglifozin (ROR 1,38, limiti di confidenza al 95% da 1,24 a 1,55) ed empagliflozin (ROR 1,23, limiti di confidenza al 95% da 1,11 a 1,37). Non è emerso invece alcun segnale di disproporzionalità per ertugliflozin (ROR 0,83, limiti di confidenza al 95% da 0,44 a 1,66).
Nonostante i benefici della terapia con inibitori di SGLT-2 nei pazienti diabetici, vi è una crescente preoccupazione legata al fatto che questi farmaci possano causare insufficienza renale acuta attraverso la deplezione di volume, la riduzione della pressione intraglomerulare e il danno midollare renale indotto dall’ipossiemia.
Nella pratica clinica, si raccomanda un attento monitoraggio della funzionalità renale in corso di trattamento con inibitori di SGLT-2, specialmente nei pazienti anziani.

Chen G, Li X, et al. Acute kidney injury following SGLT2 inhibitors among diabetic patients: a pharmacovigilance study. Int Urol Nephrol 2022;DOI:10.1007/s11255-022-03211-7.

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