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Mercoledì, Maggio 20, 2020

Inibitori di pompa e fratture nei bambini

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L’utilizzo di inibitori di pompa protonica prima dei 18 anni d’età aumenta il rischio di fratture.

Lo segnala uno studio di coorte svedese condotto dal 2006 al 2016, che ha analizzato i dati di 115.933 bambini.

In base ai risultati, l’assunzione di inibitori di pompa aumenterebbe di poco, ma significativamente, il rischio di fratture: durante una media di 2,2 anni di follow-up si sono verificate 5.354 fratture nei bambini esposti e 4.568 in quelli non esposti (hazard ratio 1,11, limiti di confidenza al 95% da 1,06 a 1,15).

L’uso degli inibitori si associava a un aumento del rischio di fratture degli arti superiori (hazard ratio 1,08, da 1,03 a 1,13), inferiori (hazard ratio 1,19, da 1,10 a 1,29) e di altri tipi di fratture (hazard ratio 1,5, da 1,16 a 1,97) ma non di fratture del cranio (hazard ratio 0,93, da 0,76 a 1,13) e della colonna vertebrale (hazard ratio 1,31, da 0,95 a 1,81).

C’era una correlazione diretta tra entità del rischio e durata della terapia (trattamento per 30 giorni o meno: hazard ratio 1,08, da 1,03 a 1,13; trattamento da 31 a 364 giorni: hazard ratio 1,14, da 1,09 a 1,20; trattamento di 365 giorni o più: hazard ratio 1,34, da 1,13 a 1,58).

Quando si prescrivono inibitori di pompa protonica nei bambini e negli adolescenti con meno di 18 anni bisogna tenere presente, tra i possibili effetti negativi, l’aumento del rischio di fratture.

Yun-Han Wang, Viktor Wintzell et al. Association Between Proton Pump Inhibitor Use and Risk of Fracture in Children. DOI: 10.1001/jamapediatrics.2020.0007

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