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Giovedì, Giugno 19, 2025
Fibrillazione atriale di nuova diagnosi tra gli utilizzatori di oppioidi
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L’assunzione di oppioidi sembra associarsi all’insorgenza di fibrillazione atriale di nuova diagnosi.
A evidenziarlo è una revisione sistematica con metanalisi che ha preso in esame quattro studi per un totale di 24.006.367 partecipanti, 153.734 dei quali utilizzatori di oppioidi.
Sebbene sia noto che l’esposizione prolungata agli oppioidi possa comportare un aumento del rischio di eventi avversi cardiovascolari, questa nuova evidenza assume particolare rilevanza alla luce della prevalenza e delle implicazioni cliniche della fibrillazione atriale, l’aritmia sopraventricolare più frequente, soprattutto tra gli anziani. La fibrillazione atriale, infatti, è associata a numerose complicanze, tra cui un aumento del rischio di ictus tromboembolico, infarto miocardico, insufficienza cardiaca, nonché dei ricoveri ospedalieri e della mortalità.
L’obiettivo della revisione era di valutare l’associazione tra l’uso di oppioidi e la comparsa di fibrillazione atriale di nuova diagnosi.
Complessivamente, sono stati registrati 991.263 casi di fibrillazione atriale ed è emersa un’associazione significativa tra l’uso di oppioidi e la sua comparsa (hazard ratio 1,96, limiti di confidenza del 95% da 1,43 a 2,69), indicando un rischio quasi doppio nei consumatori di oppioidi rispetto ai non utilizzatori.
Dal punto di vista clinico, questi dati suggeriscono la necessità di una maggiore cautela nella prescrizione di oppioidi, in particolare nei pazienti con fattori di rischio per la fibrillazione atriale. Un follow up mirato dovrebbe poi essere considerato parte integrante della gestione clinica, al fine di consentire l’identificazione precoce di eventuali episodi aritmici.
Menichelli D, Gazzaniga G, et al. Risk of new-onset atrial fibrillation in opioid users: a systematic review and meta-analysis on 24,006,367 participants. Drug Saf 2025; DOI:10.1007/s40264-025-01555-4.