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Domenica, Agosto 5, 2012

Confermata l’associazione tra pioglitazone e cancro della vescica

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Si accumulano i dati che individuano un'associazione tra assunzione di pioglitazone e insorgenza del cancro della vescica. Uno studio francese ha utilizzato gli archivi informatici della Cassa nazionale di assicurazione sulle malattie (Système National d'Information Inter-régimes de l'Assurance Maladie; SNIIRAM) e delle dimissioni ospedaliere (Programme de Médicalisation des Systèmes d'Information; PMSI) per verificare tale relazione. La coorte selezionata comprendeva 1.491.060 pazienti diabetici di 40-79 anni, 155.535 dei quali (10,4%) avevano ricevuto una prescrizione dell’ipoglicemizzante nel 2006. Dopo un follow up medio di 39,9 mesi per il sottogruppo con pioglitazone e di 37,5 mesi per l’intero campione, si sono verificati 175 casi di tumore (49,4 per 100.000 anni-persona) nel sottogruppo esposto al tiazolidinedione e 1.841 casi (42,8 per 100.000 anni-persona) nel gruppo di controllo (hazard ratio 1,22, limiti di confidenza al 95% da 1,05 a 1,43). Si è inoltre osservato un andamento dose-dipendente (hazard ratio 1,75, limiti di confidenza al 95% da 1,22 a 2,50 per dosi cumulative di esposizione ≥28.000 mg) e tempo-dipendente (hazard ratio 1,36, limiti di confidenza al 95% da 1,04 a 1,79 per durata del trattamento ≥24 mesi).

Un altro studio retrospettivo, coordinato dall’Università McGill di Montreal, ha analizzato una coorte di pazienti (n=115.727, età media 64,1 anni) con diabete di tipo 2 provenienti da oltre 600 ambulatori di medicina generale britannici che avevano ricevuto la prima prescrizione di un ipoglicemizzante orale tra il 1988 e il 2009. La durata media del follow up è stata di 4,6 anni. Tutti i nuovi casi di cancro della vescica (n=470, tasso di incidenza 89,4 per 100.000 anni-persona, limiti di confidenza al 95% da 81,4 a 97,7) sono stati identificati e appaiati con 20 pazienti diabetici di controllo simili per età, genere, momento di ingresso nella coorte e durata del follow-up. I 376 casi verificatisi oltre il primo anno di follow up sono stati appaiati con 6.699 pazienti di controllo e su questi si è focalizzata l’analisi degli esiti. Il fatto di avere assunto pioglitazone si associava a un aumento del rischio di cancro della vescica (rapporto tra tassi di incidenza 1,83, limiti di confidenza al 95% da 1,1 a 3,05), che aumentava in funzione della durata di esposizione (rapporto tra i tassi di incidenza oltre i 2 anni 1,99, limiti di confidenza al 95% da 1,14 a 3,45) e della dose cumulativa (rapporto tra i tassi di incidenza >28.000 mg 2,54, limiti di confidenza al 95% da 1,05 a 6,14).

Neumann A, Weill A, et al. Pioglitazone and risk of bladder cancer among diabetic patients in France: a population-based cohort study. Diabetologia 2012; doi 10.1007/s00125-012-2538-9.

e-mail ricercatore: alain.weill@cnamts.fr

Azoulay L, Yin H, et al. The use of pioglitazone and the risk of bladder cancer in people with type 2 diabetes: nested case-control study. BMJ 2012;344:e3645 doi: 10.1136/bmj.e3645.

e-mail ricercatore: laurent.azoulay@mcgill.ca

 

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