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Martedì, Maggio 15, 2012

Agonisti dopaminergici e rigurgito valvolare nella malattia di Parkinson e nell'iperprolattinemia

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E' nota la possibilità di associazione tra uso di agonisti dopaminergici e rigurgito valvolare nei pazienti con morbo di Parkinson:  finora questa associazione non è stata dimostrata per l'iperprolattinemia, in cui le dosi di agonisti dopaminergici sono molto più basse. Un nested case-control internazionale a cui hanno partecipato anche numerosi centri universitari italiani ha verificato l’ associazione di diversi farmaci di questa classe con le valvulopatie sia nel morbo di Parkinson sia nell’iperprolattinemia. Da  reti dei medici di medicina generale britannici, olandesi e italiani (Healt Search),che comprendevano complessivamente 4,5 milioni di assistiti, sono stati selezionati i casi (i pazienti con morbo di Parkinson che avevano iniziato la terapia con agonisti dopaminergici o con levodopa oppure con iperprolattinemia che avevano iniziato o meno la terapia con agonisti dopaminergici, e che avevano un rigurgito valvolare di nuova insorgenza) e i controlli (i pazienti con le due condizioni trattate come descritto per i casi, appaiati per età, sesso, archivio di provenienza e anno della diagnosi) relativi al periodo 1996-2007. L’esito considerato era il rischio di sviluppato il rigurgito in funzione dell’impiego di agonisti dopaminergici o levodopa nel morbo di Parkinson e dell’impiego di agonisti dopaminergici o nessun trattamento nell’iperprolattinemia. Nel gruppo con morbo di Parkinson (7.893 casi in terapia con agonisti dopaminergici, 11.766 in terapia con levodopa) si sono verificati 85 nuovi casi di rigurgito. L’aumento del rischio era presente con gli agonisti derivati dell’ergot (odds ratio 3,82, limiti di confidenza al 95% da 2,14 a 6,81), non con quelli non derivati dell’ergot (odds ratio 1,20, limiti di confidenza al 95% da 0,63 a 2,29). Nel gruppo con iperprolattinemia (6.740 casi in terapia con agonisti dopaminergici, 14.299 senza terapia), si sono verificati 85 nuovi casi di rigurgito e non è emersa alcuna associazione con l’impiego dei farmaci oggetto di studio (odds ratio 0,47, limiti di confidenza al 95% da 0,20 a 1,19).

 

I risultati dello studio indicano che l’impiego di agonisti dopaminergici si associa a un aumento del rischio di rigurgito valvolare. La principale differenza nel trattamento dei pazienti con morbo di Parkinson e iperprolattinemia è la dose, più elevata nel primo caso. Tuttavia, poiché entrambe le malattie richiedono trattamenti prolungati per anni, non si può escludere un effetto cumulativo sull’insorgenza dell’evento avverso.

 

 

Trifirò G, Mokhles MM, et al. Risk of cardiac valve regurgitation with dopamine agonist use in Parkinson's disease and hyperprolactinaemia: a multi-country, nested case-control study. Drug Safety 2012;35:159-71.

 

e-mail ricercatore: g.trifiro@erasmusmc.nl

 

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