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Mercoledì, Giugno 1, 2005
Infliximab e carcinoma del tratto GI
Nel corso di questo semestre sono pervenute al GIF due segnalazioni di carcinoma del tratto intestinale associato ad infliximab, entrambe provenienti dalla Lombardia e inviate da medici diversi. I pazienti sono due donne di 69 e 72 anni che hanno assunto infliximab in associazione a methotrexate per trattare l’artrite reumatoide. La reazione avversa è stata confermata in entrambi i casi da una colonscopia che ha evidenziato un carcinoma intestinale a livello del colon. Per entrambe le pazienti si è resa necessaria l’asportazione chirurgica della massa tumorale.
Nel database GIF sono presenti altre due segnalazioni di carcinoma da infliximab, un carcinoma del cieco (dalla Lombardia nel 2002) e un carcinoma del retto (dal Veneto nel 2001).
Infliximab è un anticorpo monoclonale umano-murino in grado di legarsi al fattore di necrosi tumorale alfa (TNFα) neutralizzando le citochine proinfiammatorie; l’aumento dei livelli di TNFα è caratteristico delle malattie infiammatorie come il morbo di Crohn, l’artrite reumatoide o la spondilite anchilosante. Infliximab si utilizza con lo scopo di ridurre tale attività infiammatoria, spesso in associazione ad altri farmaci.
Nella scheda tecnica dell’infliximab sono elencati casi di perforazione intestinale, stenosi intestinale, emorragia intestinale e pancreatite. Sempre nel foglietto illustrativo, tra gli effetti indesiderati, si parla di neoplasia maligna, ma non viene specificata la localizzazione, e di malattie linfoproliferative: in studi clinici condotti con infliximab e durante i periodi di follow-up a lungo termine pari a 4 anni, rappresentanti 8800 pazienti/anno, sono stati rilevati 8 casi di linfoma e 43 altre neoplasie maligne, rispetto a 9 casi di neoplasia maligna e 0 di linfomi osservati nel gruppo di pazienti trattati con placebo durante i 1274 pazienti/anno. La frequenza generale delle neoplasie maligne in questi pazienti era simile a quella attesa nella popolazione generale per quanto concerne età, sesso e razza. Da agosto 1998 a agosto 2004 sono stati riportati 1367 casi di sospette neoplasie maligne durante il periodo di commercializzazione, negli studi clinici e nei registri (1). Nel foglietto illustrativo americano tra gli eventi avversi dell’infliximab si parla di insorgenza di neoplasie maligne anche a livello rettale e del colon (2).
In una ricerca in Pubmed non sono risultati studi importanti su questa associazione farmaco-reazione. Un articolo del 2005 (3) fa una revisione retrospettiva di due donne con morbo di Crohn (una delle quali anche con artrite reumatoide) che sono state trattate con infliximab. Dopo un periodo di terapia con infliximab pari a 24 mesi ad entrambe le pazienti è stato diagnosticato adenocarcinoma del colon al IV stadio.
Bisogna considerare infine che per l’artrite reumatoide, come nei due casi lombardi, l’infliximab viene assunto in concomitanza al methotrexate. Il meccanismo d’azione del methotrexate è strettamente legato al ciclo cellulare, agendo soprattutto durante la sintesi del DNA nella fase S e interfendo con la riparazione del DNA e dell’RNA; infatti quei tessuti a rapida moltiplicazione cellulare con alta frazione di crescita sono i più sensibili agli effetti citotossici del methotrexate. I tessuti che proliferano attivamente come le cellule tumorali, le cellule del midollo osseo, le cellule embrionali, la mucosa orale ed intestinale e le cellule della vescica sono in generale più sensibili all’effetto citotossico del methotrexate. Tra gli effetti indesiderati del foglietto illustrativo del methotrexate sono elencati casi di neoplasie benigne e maligne, ma senza specificare la sede.
Nel database GIF sono presenti altre due segnalazioni di carcinoma da infliximab, un carcinoma del cieco (dalla Lombardia nel 2002) e un carcinoma del retto (dal Veneto nel 2001).
Infliximab è un anticorpo monoclonale umano-murino in grado di legarsi al fattore di necrosi tumorale alfa (TNFα) neutralizzando le citochine proinfiammatorie; l’aumento dei livelli di TNFα è caratteristico delle malattie infiammatorie come il morbo di Crohn, l’artrite reumatoide o la spondilite anchilosante. Infliximab si utilizza con lo scopo di ridurre tale attività infiammatoria, spesso in associazione ad altri farmaci.
Nella scheda tecnica dell’infliximab sono elencati casi di perforazione intestinale, stenosi intestinale, emorragia intestinale e pancreatite. Sempre nel foglietto illustrativo, tra gli effetti indesiderati, si parla di neoplasia maligna, ma non viene specificata la localizzazione, e di malattie linfoproliferative: in studi clinici condotti con infliximab e durante i periodi di follow-up a lungo termine pari a 4 anni, rappresentanti 8800 pazienti/anno, sono stati rilevati 8 casi di linfoma e 43 altre neoplasie maligne, rispetto a 9 casi di neoplasia maligna e 0 di linfomi osservati nel gruppo di pazienti trattati con placebo durante i 1274 pazienti/anno. La frequenza generale delle neoplasie maligne in questi pazienti era simile a quella attesa nella popolazione generale per quanto concerne età, sesso e razza. Da agosto 1998 a agosto 2004 sono stati riportati 1367 casi di sospette neoplasie maligne durante il periodo di commercializzazione, negli studi clinici e nei registri (1). Nel foglietto illustrativo americano tra gli eventi avversi dell’infliximab si parla di insorgenza di neoplasie maligne anche a livello rettale e del colon (2).
In una ricerca in Pubmed non sono risultati studi importanti su questa associazione farmaco-reazione. Un articolo del 2005 (3) fa una revisione retrospettiva di due donne con morbo di Crohn (una delle quali anche con artrite reumatoide) che sono state trattate con infliximab. Dopo un periodo di terapia con infliximab pari a 24 mesi ad entrambe le pazienti è stato diagnosticato adenocarcinoma del colon al IV stadio.
Bisogna considerare infine che per l’artrite reumatoide, come nei due casi lombardi, l’infliximab viene assunto in concomitanza al methotrexate. Il meccanismo d’azione del methotrexate è strettamente legato al ciclo cellulare, agendo soprattutto durante la sintesi del DNA nella fase S e interfendo con la riparazione del DNA e dell’RNA; infatti quei tessuti a rapida moltiplicazione cellulare con alta frazione di crescita sono i più sensibili agli effetti citotossici del methotrexate. I tessuti che proliferano attivamente come le cellule tumorali, le cellule del midollo osseo, le cellule embrionali, la mucosa orale ed intestinale e le cellule della vescica sono in generale più sensibili all’effetto citotossico del methotrexate. Tra gli effetti indesiderati del foglietto illustrativo del methotrexate sono elencati casi di neoplasie benigne e maligne, ma senza specificare la sede.
Bibliografia:
- REFI 2005
- www.rxlist.com
- Nicholson T, Orango GR, Brandeburg D, et al. “Crohn’s colitis presenting with node-negative colon cancer and liver metastasis after therapy with infliximab: report of two cases”. Dis Colon Rectum 2005; 48: 1651-1655