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Questione di chewing gum

Nel mese di novembre 2008 un ragazzo di 13 anni (peso 45 kg, altezza 160 cm) è stato ricoverato al Pronto soccorso dell’Ospedale Monaldi di Napoli[1]. Il ragazzo era agitato e aggressivo, presentava dolori addominali, aumento della diuresi, disuria e formicolio alle gambe. Aveva una tachicardia sinusale (147 battiti al minuto), tachipnea (25 atti al minuto) e un aumento della pressione arteriosa (145/90 mm Hg). La radiografia del torace e gli esami di laboratorio, compresi quelli tossicologici (cocaina, eroina e amfetamine), erano normali. Non aveva storia di disturbi psichiatrici. Che cosa era successo? Aveva masticato troppi chewing gum, per la precisione in 4 ore due pacchetti di gomme da masticare energizzate contenenti una dose complessiva di caffeina pari a 320 mg, l’equivalente di circa 10 tazze di tè, e altre quantità non specificate di guaranà, edulcoranti, gomma di acacia, acido citrico, acido malico, glicerolo, cera di carruba e coloranti alimentari. Si trattava di un’intossicazione da caffeina.
Come già denunciato nella Rubrica fitovigilanza di questo stesso numero (vedi pagina 3), l’uso di stimolanti va sempre tenuto in considerazione. Il rischio di intossicazione è elevato soprattutto nei bambini e nei ragazzi, data la loro inconsapevolezza sull’effetto della caffeina e l’assenza di restrizioni alla vendita di tali sostanze stimolanti.
Bibliografia: 
    

  1. Lancet 2009;373:1918.
  2. 


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