Inibitori del cotrasportatore sodio-glucosio di tipo 2 e rischio di cancro

Secondo un’analisi di disproporzionalità condotta sul database dell’OMS Vigibase, gli inibitori del cotrasportatore sodio-glucosio di tipo 2 (SGLT-2) si associano a un aumento della probabilità di segnalazione di alcuni tipi di tumore.

La possibile correlazione tra inibitori di SGLT-2 e rischio oncologico è stata oggetto di interesse fin dai primi studi clinici, ma la questione resta tuttora controversa a causa dei limiti metodologici degli studi condotti sinora. L’analisi di disproporzionalità, condotta sulle segnalazioni raccolte tra il 2014 e il 2023, si proponeva di stimare l’associazione tra l’uso di questi farmaci e il rischio di segnalazione di diversi sottotipi tumorali, rispetto ad altri antidiabetici tra cui gli analoghi del peptide-1 simile al glucagone (GLP-1) e agli inibitori della dipeptidil peptidasi-4 (DPP-4).

Complessivamente sono stati identificati 644 casi di cancro associati all’uso di inibitori di SGLT-2, di cui 427 (66,3%) in soggetti di sesso maschile, con età media di 66,5 ± 9,7 anni.

Gli inibitori di SGLT-2 si associano a un aumento della probabilità di segnalazione di cancro alla vescica (Reporting Odds Ratio - ROR 4,46, limiti di confidenza al 95% da 3,23 a 6,17) e al rene (ROR 1,84, limiti di confidenza al 95% da 1,25 a 2,69) rispetto agli analoghi del GLP-1 e agli inibitori della DPP-4.

Va segnalato che attualmente è in corso uno studio di sicurezza post autorizzazione (PASS) volto a confrontare il rischio di cancro del tratto urinario nei pazienti che iniziano empagliflozin rispetto agli inibitori della DPP-4, i cui risultati sono ancora attesi.

I dati emersi da questo studio richiedono conferma attraverso ulteriori ricerche con follow up a lungo termine. Tuttavia, nella pratica clinica, in attesa di prove più solide, potrebbe essere prudente monitorare attentamente i pazienti con fattori di rischio per neoplasie del tratto urinario.