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Martedì, Luglio 25, 2023

Quale associazione tra antibiotici e malattia del trapianto contro l’ospite?

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Nei pazienti sottoposti a trapianto allogenico di cellule ematopoietiche, l’esposizione ad alcuni antibiotici, usati per il trattamento della febbre neutropenica e delle infezioni nelle settimane successive all’intervento, aumenta il rischio di sviluppare la malattia del trapianto contro l’ospite (GVHD).
È quanto emerge da uno studio di coorte su 2.023 pazienti esposti a diversi antibiotici tra 7 giorni prima e 30 giorni dopo le procedure di trapianto allogenico di cellule ematopoietiche. L’obiettivo era confrontare il profilo di rischio di 17 classi di antibiotici, dopo che sono state segnalate potenziali associazioni tra l’esposizione ad alcune di queste e lo sviluppo di malattia del trapianto contro l’ospite.
Sei mesi dopo il trapianto, 1.461 pazienti (72%) hanno presentato questa complicanza di grado moderato-grave con un tempo mediano d’insorgenza di 29 giorni.
Tra le classi di antibiotici oggetto di indagine, carbapenemi e penicilline in associazione con un inibitore della β-lattamasi somministrati durante le due settimane successive all’intervento si associavano costantemente a un aumento del rischio di malattia del trapianto contro l’ospite (hazard ratio - HR per i carbapenemi 2,75, limiti di confidenza al 95% da 1,77 a 4,28; HR per le penicilline 6,55, limiti di confidenza al 95% da 2,35 a 18,20).
Considerato che questa complicanza, in cui le cellule immunitarie del donatore attaccano i tessuti del ricevente, costituisce la causa principale di insuccesso nel trapianto di cellule staminali ematopoietiche occorre cautela nell’uso di questi antibiotici.

Rashidi A, Gao F, et al. Analysis of antibiotic exposure and development of acute graft-vs-host disease following allogeneic hematopoietic cell transplantation. JAMA Netw Open 2023; DOI:10.1001/jamanetworkopen.2023.17188.

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