news / Sabato, Febbraio 13, 2016
Sabato, Febbraio 13, 2016

Insufficienza renale con gli inibitori di pompa

Principio attivo: 
Reazione: 
Un’indagine statunitense, coordinata dalla Johns Hopkins University di Baltimora, suggerisce che l’impiego di inibitori di pompa protonica si associ al rischio di insufficienza renale cronica. I ricercatori hano fatto riferimento a due ampie coorti rappresentate dai 10.482 partecipanti allo studio ARIC (Atherosclerosis Risk in Communities, follow up mediano 13,9 anni, 3,1% dei partecipanti in trattamento con gli inibitori di pompa in partenza) e dai 248.751 assistiti dal Geisinger Health System della Pennsylvania (follow up mediano 6,2 anni, 6,8% dei partecipanti in trattamento in partenza) e hanno escluso dall’analisi i soggetti con velocità di filtrazione glomerulare corretta (eGFR) <60 ml/min per 1,73 m2 o non determinabile. Nello studio ARIC il tasso di insufficienza renale cronica è risultato pari a 14,2 per 1.000 anni-persona in chi usava il farmaco e di 10,7 per 1.000 anni-persona in chi non ne faceva uso (hazard ratio 1,5, limiti di confidenza al 95% da 1,14 a 1,96); nella casistica Geisinger Health il tasso di insufficienza renale cronica è risultato pari a 20,1 e 18,3 anni-persona, rispettivamente (hazard ratio 1,17, limiti di confidenza al 95% da 1,12 a 1,23). Il significativo aumento del rischio si confermava anche tenendo conto della crescente prescrizione nel corso degli anni degli inibitori di pompa protonica (studio ARIC hazard ratio 1,35, limiti di confidenza al 95% da 1,17 a 1,55; casistica del Geisinger Health System hazard ratio 1,24, limiti di confidenza al 95% da 1,2 a 1,28). La differenza assoluta del rischio a 10 anni è risultata del 3,3% e del’1,7% nelle due coorti. Gli inibitori di pompa protonica erano già stati individuati come potenzialmente nefrotossici, in quanto associati a casi di nefrite interstiziale acuta. Questo studio evidenzia il rischio di insufficienza renale cronica, di particolare rilevanza dato l’ampio uso di questa classe di farmaci. Tanto che gli autori suggeriscono un nesso di causalità con l’incremento della prevalenza di insufficienza renale cronica, rapido e più marcato di quanto atteso in base all’epidemiologia del diabete mellito e dell’ipertensione arteriosa.
Lazarus B, Chen Y, et al. Proton pump inhibitor use and the risk of chronic kidney disease. JAMA Intern Med 2016;DOI:10.1001/jamainternmed.2015.7193 e-mail ricercatore: C.kruse@rn.dk
80.211.154.110