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Domenica, Novembre 28, 2021

Inibitori di Janus chinasi e rischio di eventi tromboembolici

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C’è una crescente preoccupazione per l’aumento del rischio di eventi tromboembolici nei pazienti trattati con gli inibitori di Janus chinasi, sebbene i dati degli studi clinici suggeriscano che il rischio sia basso.
Un’analisi dei dati di segnalazione spontanea statunitensi, raccolti dall’Adverse Event Reporting System della FDA (FAERS) tra il 2010 e il 2019, ha rilevato tassi di segnalazione significativi per eventi tromboembolici nei pazienti trattati con inibitori di Janus chinasi, richiamando l’attenzione sul tema.
In particolare, è stato riscontrato un tasso di segnalazione di trombosi polmonare significativamente elevato con tofacitinib (odds ratio di segnalazione, confrontato con l’insieme degli altri farmaci presenti nel database, 2,36, limiti di confidenza al 95% da 1,69 a 3,31), così come di embolia polmonare con baricitinib (odds ratio di segnalazione 12,23, limiti di confidenza al 95% da 8,35 a 17,89) e di trombosi venosa portale con ruxolitinib (odds ratio di segnalazione 4,16, limiti di confidenza al 95% da 2,70 a 6,40).
La tempistica di insorgenza variava da pochi giorni o settimane dall’inizio della terapia fino a un anno o più suggerendo che i pazienti potrebbero sviluppare tali eventi in qualsiasi momento nel corso del trattamento.
Nella pratica clinica si consiglia di prestare particolare attenzione, in caso di prescrizione di inibitori di Janus chinasi, ai pazienti con fattori di rischio per eventi tromboembolici, nei quali questi farmaci potrebbero essere controindicati.

Setyawan J, Azimi N, et al. Reporting of thromboembolic events with JAK Inhibitors: analysis of the FAERS database 2010-2019. Drug Saf 2021; DOI: 10.1007/s40264-021-01082-y.

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