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Martedì, Febbraio 3, 2015

Apixaban nell’insufficienza renale

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Una revisione sistematica statunitense ha verificato la sicurezza di apixaban nei pazienti con insufficienza renale. L’analisi dei dati aggregati si riferisce a 6 studi randomizzati e controllati di fase III pubblicati fino a febbraio 2014 che avevano coinvolto complessivamente 40.145 pazienti e avevano effettuato il confronto con gli anticoagulanti tradizionali (antagonisti della vitamina K o warfarin, eparine a basso peso molecolare, acido acetilsalicilico) o con placebo.

Nei pazienti con compromissione lieve della funzionalità renale (clearance della creatinina 50-80 ml/min) il rischio di sanguinamento è risultato inferiore con apixaban (rischio relativo 0,8, limiti di confidenza al 95% da 0,66 a 0,96); in quelli con compromissione moderata-grave (clearance della creatinina <50 ml/min) è risultato simile (rischio relativo 1,01, limiti di confidenza al 95% da 0,49 a 2,1).

In genere si raccomanda di usare cautela con i nuovi anticoagulanti orali nei pazienti con insufficienza renale, riducendone la dose o evitandone l’impiego. La metanalisi suggerisce che il profilo di sicurezza di apixaban, pur condividendo lo stesso meccanismo di inibizione diretta del fattore Xa, sia favorevole in questa condizione.

Pathak R, Pandit A, et al. Meta-analysis on risk of bleeding with apixaban in patients with renal impairment. Am J Cardiol 2015;115:323-7.

e-mail ricercatore: anil.pandit@hotmail.com

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