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Mercoledì, Settembre 24, 2025

Uso del paracetamolo in gravidanza: confermate le raccomandazioni europee

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È di ieri la notizia, lanciata dal Presidente statunitense Donald Trump, di un possibile legame tra l’esposizione al paracetamolo in gravidanza e lo sviluppo di autismo e ADHD nel bambino. La notizia ha avuto grande eco sui media nazionali e internazionali, ma non solo. La stessa Food and Drug Administration (FDA), l’ente che regolamenta farmaci, alimenti e altri prodotti negli Stati Uniti, si è espressa al riguardo, riconoscendo la necessità di fornire ai genitori informazioni sulle prove disponibili.
È importante chiarire che, a oggi, non esistono prove che colleghino l’uso del paracetamolo in gravidanza a disturbi del neurosviluppo. Messaggi allarmistici rischiano solo di creare timori ingiustificati, soprattutto tra le donne in gravidanza, le cui opzioni terapeutiche sono limitate rispetto alla popolazione generale.
Già nel 2019, l’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) ha esaminato gli studi disponibili, concludendo che i risultati non permettevano di stabilire alcun legame tra l’esposizione al paracetamolo in utero e i disturbi dello sviluppo neurologico nel bambino. Da allora, l’EMA ha continuato a monitorare il farmaco e, a oggi, non sono emerse nuove evidenze che dimostrino un’associazione causale.
È doveroso quindi richiamare le parole dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), che nella giornata di ieri si è espressa contro allarmismi ingiustificati e privi di fondamento.
Comunicato AIFA del 23 settembre 2025
L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) informa che, alla luce delle più recenti valutazioni scientifiche effettuate a livello europeo, non emergono nuove evidenze che richiedano modifiche alle raccomandazioni in vigore sull’uso del paracetamolo in gravidanza.
Il paracetamolo (acetaminofene), ampiamente utilizzato per il trattamento della febbre e del dolore, può essere impiegato durante la gravidanza, se clinicamente necessario. I dati disponibili non evidenziano associazioni con un aumento del rischio di autismo né con malformazioni del feto o del neonato.
Una revisione condotta nel 2019 dal Comitato di Valutazione dei Rischi per la Farmacovigilanza (PRAC) dell’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) sugli effetti del paracetamolo sullo sviluppo neuroevolutivo nei bambini esposti in utero ha concluso che le evidenze disponibili risultano non conclusive e e non supportano modifiche alle attuali raccomandazioni sull’uso in gravidanza. Le esperienze d’uso in ampie coorti di donne in gravidanza confermano, inoltre, l’assenza di rischi malformativi o tossici.
Si raccomanda comunque di utilizzare il paracetamolo durante la gravidanza, alla dose efficace più bassa, per il periodo di tempo più breve possibile e con la frequenza minima compatibile con il trattamento.
L’EMA, in collaborazione con le autorità regolatorie degli altri Stati membri dell’Unione Europea, continuerà a monitorare costantemente la sicurezza dei medicinali contenenti paracetamolo e ad aggiornare le informazioni disponibili qualora emergessero nuovi dati.
  1. “The European Network of Teratology Information Services, ENTIS: Position statement on acetaminophen (paracetamol) in pregnancy”, October 3, 2021, https://www.entis-org.eu/entis-news/official-entis-position-statement-pa...
  2. Ahlqvist VH, Sjöqvist H, et al. “Acetaminophen use during pregnancy and children’s risk of autism, ADHD, and intellectual disability” JAMA 2024; DOI:10.1001/jama.2024.3172.
  3. Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA). Uso del paracetamolo in gravidanza: confermate le raccomandazioni europee. https://www.aifa.gov.it/documents/20142/2694929/Comunicato_AIFA_45-2025....
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