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Giovedì, Giugno 26, 2025

Ipofosfatemia da carbossimaltosio ferrico endovena

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Nei pazienti chirurgici con carenza di ferro, la somministrazione endovenosa di carbossimaltosio ferrico si associa a ipofosfatemia che a sua volta correla con un aumento della degenza ospedaliera e con una riduzione dei giorni di vita liberi dall’ospedale.
Lo suggerisce un’analisi secondaria di uno studio clinico randomizzato (PREVENTT) che ha confrontato la somministrazione di carbossimaltosio ferrico (1.000 mg) con il placebo per il trattamento dell’anemia prima di un intervento di chirurgia addominale maggiore. L’obiettivo dello studio era di stimare l’incidenza dell’ipofosfatemia preoperatoria (<0,8 mmol/L) nello studio PREVENTT e, nella coorte di pazienti trattati con carbossimaltosio ferrico endovenoso, valutare se l’ipofosfatemia potesse influenzare gli esiti clinici.
Dai risultati è emerso che nello studio PREVENTT, la somministrazione di ferro, con una mediana di 14 giorni prima dell’intervento chirurgico, ha determinato una riduzione significativa dei livelli di fosfato sierico preoperatorio (-0,21 mmol/L, limiti di confidenza al 95% da -0,27 a -0,14 mmol/L; P<0,001).
I pazienti che hanno ricevuto il carbossimaltosio ferrico per via endovenosa avevano maggiori probabilità di sviluppare ipofosfatemia rispetto a quelli trattati con placebo (26% rispetto a 4,5%). L’ipofosfatemia indotta da carbossimaltosio ferrico si associava a un aumento della degenza ospedaliera e a una riduzione dei giorni di vita liberi dall’ospedale. L’ipofosfatemia moderata o grave correlava anche a un aumento degli eventi avversi postoperatori.
Sebbene la somministrazione endovenosa di ferro sia ormai lo standard di trattamento per gravi stati carenziali e anemici, e le moderne formulazioni consentano di somministrare importanti volumi di dosi in modo sicuro, il carbossimaltosio ferrico può causare ipofosfatemia, mediata dal fattore di crescita dei fibroblasti 23 (FGF23), con conseguente aumento dell’escrezione urinaria di fosfato. Si tratta di una condizione prevalentemente asintomatica, ma che richiede attenzione, soprattutto in considerazione della mancanza di consenso attuale su se e come trattare l’ipofosfatemia mediata da FGF23.

Richards T, Wijaya L, et al. Intravenous iron–induced hypophosphatemia in surgical patients. JAMA Netw Open 2025; DOI:10.1001/jamanetworkopen.2025.3093.

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