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Inibitori di pompa e osteoporosi
L’associazione tra inibitori di pompa protonica e aumentato rischio di fratture (vedi anche la notizia al riguardo del 3 marzo 2012 nel sito farmacovigilanza.eu) resta dubbia.
Un gruppo di ricercatori canadesi ha cercato di affrontare il tema focalizzando l’attenzione non sulle fratture ma sui fattori che possono facilitarle e in particolar modo l’osteoporosi, partendo dall’ipotesi che gli inibitori di pompa protonica possano accelerare la perdita di massa ossea con l’età e di conseguenza rendere le ossa più fragili e facili alle fratture.1
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