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Venerdì, Maggio 2, 2025
Eventi cardiovascolari maggiori da inibitori Janus chinasi
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Gli inibitori Janus chinasi sembrano correlarsi a un rischio più elevato di eventi cardiovascolari maggiori, in particolare ictus, rispetto agli anti TNFα.
Lo suggerisce un’analisi di disproporzionalità condotta sul database globale di farmacovigilanza dell’OMS che ha evidenziato anche una più rapida insorgenza di tali eventi nei pazienti trattati con gli inibitori di Janus chinasi.
Complessivamente, sono stati identificati 18.099 casi di eventi cardiovascolari maggiori, di cui 2.543 (14%) associati a inibitori di Janus chinasi, prevalentemente nelle donne (65,4%) e nei pazienti di età superiore a 65 anni (49,9%).
Il tempo mediano di insorgenza di tali eventi è stato di 210 giorni per gli inibitori di Janus chinasi contro i 690 giorni per gli anti TNFα, suggerendo potenziali differenze nel profilo di rischio cardiovascolare tra le due classi di farmaci. Effettivamente, l’uso degli inibitori Janus chinasi si associa a una maggiore probabilità di segnalazione di eventi cardiovascolari maggiori (Reporting odds ratio - ROR 1,38, limiti di confidenza al 95% da 1,32 a 1,44), in particolare di ictus non fatale (ROR 1,65, limiti di confidenza al 95% da 1,55 a 1,75).
Sebbene siano necessari ulteriori studi per confermare questi risultati, i dati attuali suggeriscono che, nei pazienti con artrite reumatoide ed elevato rischio cardiovascolare, in assenza di controindicazioni specifiche, gli anti TNFα rappresentino una scelta terapeutica preferibile rispetto agli inibitori di Janus chinasi.
Di Napoli R, Richez C, et al. Major adverse cardiovascular events related to JAK inhibitors: a disproportionality analysis using the WHO global individual case safety database. Drug Saf 2025; DOI:10.1007/s40264-025-01535-8