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Esposizione alla ranitidina e rischio di cancro

Secondo uno studio di coorte internazionale, l’esposizione alla ranitidina, fino a poco tempo fa ampiamente usata per trattare la malattia da reflusso gastroesofageo e l’ulcera peptica, non si associa a un aumento del rischio di cancro rispetto ad altri farmaci anti H2.
Lo studio, condotto su 9 database di cartelle cliniche elettroniche, ha incluso 1.183.999 adulti di Europa, Nord America e Asia, con una storia d’uso di farmaci anti H2 per più di 30 giorni e un periodo di washout di un anno.
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L’insulina aumenta il rischio di cancro nei pazienti con diabete di tipo 1?

Uno studio di coorte, condotto su 1.303 pazienti con diabete di tipo 1 seguiti per 28 anni, segnala una possibile correlazione tra la dose giornaliera di insulina e l’incidenza di cancro.
Dei 1.303 pazienti inclusi nella coorte, 93 (7%) hanno avuto una diagnosi di cancro, con un tasso di incidenza di 2,8 per 1.000 anni-persona, maggiore tra coloro che assumevano alte dosi giornaliere di insulina rispetto a quelli esposti a dosaggi medi e bassi (rispettivamente 2,91, 2,87 e 2,11 per 1.000 anni-persona).
La dose giornaliera di insulina rimaneva significativamente correla
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Il tofacitinib aumenta il rischio di eventi cardiovascolari e cancro?

Nei pazienti con artrite reumatoide il trattamento con tofacitinib si associa a un aumento del rischio di eventi cardiovascolari maggiori e di cancro rispetto alla terapia con inibitori del fattore di necrosi tumorale (TNF-alfa).
Lo rileva uno studio randomizzato, in aperto, successivo all’autorizzazione, condotto su 4.632 pazienti con artrite reumatoide e almeno un fattore di rischio cardiovascolare aggiuntivo, assegnati a ricevere il tofacitinib o un inibitore del fattore di necrosi tumorale (adalimumab o etanercept).
A un follow up mediano di 4 anni, l’incidenza di
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Trattamenti per la fertilità e cancro

I bambini nati a seguito di un trasferimento di embrioni congelati sembrano avere un maggior rischio di cancro nell’infanzia, piccolo ma statisticamente significativo.

Il dato proviene da uno studio di coorte retrospettivo danese che ha incluso 1.085.172 bambini, 2.217 dei quali con un tumore.

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Iodio radioattivo e mortalità per tumore

I pazienti ipertiroidei trattati con iodio radioattivo sembrano avere un aumento del rischio di morte per tumori solidi, proporzionale alla dose a cui vengono esposti organi e tessuti.

A segnalarlo è uno studio di coorte a lungo termine (durata media del follow-up 26 anni) svolto su 18.805 pazienti statunitensi e britannici, per lo più con morbo di Graves, senza patologie oncologiche in anamnesi.

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Rischio di cancro delle vie urinarie dopo esposizione a tiopurine

Lo studio CESAME (Cancers Et Surrisque Associé aux Maladies inflammatoires intestinales En France) indica che il trattamento con tiopurine delle malattie infiammatorie croniche intestinali comporta un aumento del rischio di sviluppare un cancro dell’apparato urinario. L’indagine ha coinvolto 19.486 pazienti (età media 40,3 anni, 45,1% maschi), il 30,1% dei quali in terapia con azatioprina o mercaptopurina. Dopo un follow up mediano di 35 mesi si è registrata l’insorgenza di 10 casi di cancro del rene e di 6 casi di cancro della vescica.
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Incertezza sul rischio oncogeno da pioglitazone

Uno studio a lungo termine condotto presso l’Università della Pennsylvania ha rivisto le stime del rischio di 10 forme tumorali associate all’impiego di pioglitazone ed è giunto a conclusioni differenti rispetto a precedenti indagini analoghe.

I dati sono stati ricavati da 3 studi differenti che hanno valutato il trattamento con pioglitazone rispetto a tutti gli altri trattamenti.

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Non provato il rapporto tra pimecrolimus topico e cancro

I ricercatori dell’Università della Pennsylvania hanno utilizzato i dati del registro PEER (Pediatric Eczema Elective Registry) che si riferiscono a 7.457 bambini statunitensi di 2-17 anni con dermatite atopica per valutare il rischio oncogeno dopo trattamento con pimecrolimus topico per almeno 6 mesi.

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Antiepilettici e tumore del fegato

Una revisione condotta presso l’IRCCS Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri esclude che il fenobarbital (ma anche altri antiepilettici) abbia un ruolo significativo nell’induzione del cancro del fegato nei pazienti che lo assumono cronicamente come anticonvulsivante. Sono stati selezionato 15 studi sui farmaci antiepilettici, adeguati per rispondere al quesito clinico ma con diverso disegno: studi di coorte su pazienti con epilessia, registri prescrittivi di pazienti in terapia con fenobarbital e studi caso-controllo.

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Una revisione di revisioni per studiare l’effetto oncogeno dei farmaci

Una revisione statunitense a cui hanno lavorato i ricercatori della Stanford University School of Medicine e dei Centers for Disease Control and Prevention di Atlanta ha verificato le segnalazioni ricorrenti sull’associazione tra l’uso di alcune delle più comuni classi di medicinali e l’insorgenza di diverse forme di cancro. Tra questi erano compresi ipoglicemizzanti orali, insulina, statine, antipertensivi, diuretici, antagonisti dei recettori dell'angiotensina II, TNF, bifosfonati.

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