acido valproico

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Funzionano le misure di minimizzazione del rischio sull’uso del valproato in gravidanza?

Nonostante l’introduzione di misure volte a evitare l’uso del valproato nelle donne in età fertile, in Europa è ancora considerevole il numero di gravidanze in donne che stanno usando il farmaco.
Lo indica uno studio longitudinale su 69.533 utilizzatrici di valproato in età fertile, condotto usando i dati provenienti dai database sanitari elettronici di cinque Paesi europei (Danimarca, Spagna, Paesi Bassi, Regno Unito e Toscana per l’Italia).
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Farmaci anticonvulsivanti in gravidanza e rischio di disturbi psichiatrici nel nascituro

I risultati di uno studio di coorte consolidano le prove contro l’uso del valproato in gravidanza e sollevano preoccupazioni sul rischio di comparsa di disturbi psichiatrici nel nascituro in seguito a esposizione prenatale a topiramato e levetiracetam.
Lo studio, basato sulle popolazioni scandinave (Danimarca, Finlandia, Islanda, Norvegia e Svezia), ha incluso 38.661 nati da madri con epilessia tra il 1996 e il 2017, 16.458 (42,6%) dei quali esposti a farmaci anticonvulsivanti durante la gestazione.
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I farmaci antiepilettici aumentano il rischio di Parkinson?

I risultati di uno studio caso-controllo, condotto sui dati della Biobanca del Regno Unito e di prescrizione collegati, suggeriscono la possibilità di un’associazione tra l’esposizione ai farmaci antiepilettici e la diagnosi di morbo di Parkinson.
Lo studio, che ha incluso 1.433 soggetti con una diagnosi di morbo di Parkinson e 8.598 controlli abbinati, ha riscontrato che la prescrizione di un farmaco antiepilettico si associava a un aumento significativo del rischio di Parkinson (odds ratio – OR 1,80, limiti di confidenza al 95% da 1,35 a 2,40).
Analizzando i
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Antiepilettici rischiosi nei pazienti con scompenso cardiaco?

Nei pazienti anziani affetti da epilessia e scompenso cardiaco, la scelta del farmaco antiepilettico non è indifferente: la somministrazione del valproato si associa infatti a un aumento del rischio di morte rispetto al trattamento con altri farmaci come la lamotrigina e il levetiracetam.
È quanto emerge da uno studio di coorte danese, condotto utilizzando i dati dei registri nazionali relativi a 1.345 soggetti ultrasessantacinquenni con scompenso cardiaco ed epilessia, con una prima prescrizione di farmaci antiepilettici durante il periodo di studio, tra il 1996 e il 2018.
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Allattamento e farmaci antiepilettici

Le concentrazioni dei farmaci antiepilettici nel sangue dei neonati allattati al seno sono sostanzialmente inferiori a quelle rilevate nel sangue delle madri e non pongono quindi preoccupazioni.

Uno studio prospettico di coorte statunitense ha seguito fino ai 6 anni di età 222 bambini allattati da madri in trattamento con diversi farmaci antiepilettici (carbamazepina, levetiracetam, lamotrigina, topiramato, valproato e zonisamide). I campioni di sangue sono stati raccolti 5 e 20 settimane dopo la nascita e confrontati con quelli materni.

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Morte in utero e farmaci antiepilettici

L’esposizione agli antiepilettici in gravidanza si associa a una maggiore incidenza di morte intrauterina se vengono usati più farmaci antiepilettici insieme. Questa conclusione deriva dall’analisi del registro internazionale EURAP, disegnato per determinare il rischio di malformazioni congenite gravi dopo esposizione prenatale ai farmaci antiepilettici.

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Antiepilettici e tumore del fegato

Una revisione condotta presso l’IRCCS Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri esclude che il fenobarbital (ma anche altri antiepilettici) abbia un ruolo significativo nell’induzione del cancro del fegato nei pazienti che lo assumono cronicamente come anticonvulsivante. Sono stati selezionato 15 studi sui farmaci antiepilettici, adeguati per rispondere al quesito clinico ma con diverso disegno: studi di coorte su pazienti con epilessia, registri prescrittivi di pazienti in terapia con fenobarbital e studi caso-controllo.

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Antiepilettici in gravidanza e sviluppo evolutivo del bambino

L’esposizione prenatale agli antiepilettici comporterebbe il rischio di una compromissione della funzione motoria del neonato, già evidente al sesto mese di vita, specie se si tratta di un’esposizione a più farmaci. L’allattamento al seno da parte di una donna che assume questa classe di farmaci non sarebbe associata invece a effetti avversi.

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Ipotiroidismo subclinico con acido valproico in età pediatrica

Dopo una serie di lavori con esiti contrastanti sull’associazione tra terapia dell’epilessia con acido valproico e ipotiroidismo, uno studio condotto a Nuova Dehli ha valutato la funzione della tiroide in età pediatrica. A questo scopo ha confrontato i valori di TSH, fT4, anticorpi anti-perossidasi e livelli plasmatici di acido valproico in 57 bambini consecutivi di 3-15 anni con un'epilessia controllata da una monoterapia con acido valproico da almeno 6 mesi e in 52 bambini di controllo appaiati per sesso ed età.

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