interazione farmacologica

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Gli agonisti del GLP-1 interagiscono con i farmaci somministrati per via orale?

La somministrazione degli agonisti del GLP-1, ormai ampiamente utilizzati per il trattamento del diabete, non sembra influire sull’assorbimento e l’azione di altri medicinali assunti simultaneamente per via orale.
Lo rileva una revisione sistematica di ventidue rapporti e sei fogli di prescrizione condotta con l’obiettivo di riassumere i dati sulle interazioni farmacologiche tra gli agonisti del GLP-1 ed eventuali farmaci assunti in concomitanza per via orale.
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Interazioni tra contraccettivi e antibiotici

Una revisione sistematica condotta dai Centers for Disease Control and Prevention (CDC) di Atlanta esclude che gli antibiotici sistemici diversi dalle rifamicine possano ridurre l’efficacia dei contraccettivi orali.

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Cautela con i supplementi dietetici nel perioperatorio

L’assunzione di supplementi dietetici e di erboristeria da parte di pazienti candidati alla chirurgia può interferire con l’azione di alcuni farmaci utilizzati in occasione dell’intervento. Uno studio trasversale israeliano ha fotografato questo rischio attraverso 526 interviste a pazienti ricoverati in un ospedale universitario e in attesa di intervento (chirurgia bariatrica o dell’obesità 39% dei casi, ortopedica 20%).

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Inibitori di pompa e antipertensivi

Gli inibitori della pompa protonica potrebbero esercitare un’importante interazione farmacologica sui farmaci antipertensivi nitroderivati. Farmacologi del Karolinska Institutet di Stoccolma hanno effettuato uno studio controllato e randomizzato in doppio cieco su 15 volontari sani normotesi (età da 19 a 39 anni) assegnandoli casualmente al pretrattamento con esomeprazolo (3x40 mg) o con placebo prima della somministrazione di sodio nitrito (0,3 mg/kg per bocca).
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Interazioni clinicamente rilevanti di erlotinib

La biodisponibilità dell’erlotinib è in relazione inversa con il pH gastrico e, in particolare, si riduce, nel corso di un trattamento con farmaci inibitori della pompa protonica proprio a causa dell’aumento del pH. Partendo da questa nozione, uno studio olandese di farmacocinetica ha esplorato le potenzialità di bevande effervescenti alla cola – tra i prodotti alimentari più acidi, con un pH di circa 2,5 ben più alto di quello dell’aceto (2,9) e simile a quello del succo di limone (2,4) – nel contrastare questa interazione sfavorevole.
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Cross-reattività tra darunavir e trimetoprim

Nei pazienti con infezione da HIV, la storia di un’allergia al trimetoprim rappresenta un rischio che la reazione si ripeta con l’impiego di darunavir. Lo dimostra uno studio retrospettivo di coorte con disegno caso-controllo su 405 pazienti con infezione da HIV che in qualsiasi momento del loro percorso avevano ricevuto una terapia antiretrovirale contenente darunivir e un trattamento con trimetoprim sulfametoxazolo. Il 17,5% (n=79= riferiva una storia di allergia a quest’ultimo farmaco.

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Interazioni alcol-farmaci: una questione rilevante

Un’indagine statunitense coordinata dai National Institutes of Health di Bethesda ha utilizzato i dati 1999-2010 dello studio NHANES (National Health and Nutrition Examination Survey) per verificare quanto sia frequente tra i consumatori abituali di bevande alcoliche la prescrizione di farmaci a rischio di interazioni con l’alcol stesso. La coorte esaminata era composta da 26.657 adulti sopra i 20 anni di età (51% maschi, 76,7% degli uomini e 65,7% delle donne consumatori abituali di alcol), 7.183 dei quali sopra i 65 anni di età (46,6% consumatori abituali di alcol).

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Troppa erboristeria tra gli anziani

Una revisione sistematica brasiliana segnala che un po’ in tutto il mondo gli anziani ricorrono con troppa frequenza a preparati erboristici, senza segnalarlo e confrontarsi con il proprio medico. La ricerca nei principali archivi della letteratura scientifica ha permesso di individuare 16 studi che hanno preso in considerazione questo problema, 12 dei quali (il 75%) si riferivano al contesto del Nord America. I prodotti di erboristeria più citati erano gingko biloba, aglio, ginseng, aloe vera, camomilla, menta verde e zenzero.

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Circolano in rete supplementi adulterati

Negli ultimi 5 anni la FDA ha individuato oltre 330 preparati spacciati per supplementi nutrizionali, la cui composizione comprendeva invece farmaci, alcuni dei quali di difficile gestione. L’intensa azione di ritiro dal mercato ha avuto effetti limitati perché molti sono ancora disponibili in rete e, almeno negli Stati Uniti, sugli scaffali di negozi specializzati. Una quota significativa di questi prodotti è pubblicizzata (e richiesta dai clienti) come “naturale” e nello stesso tempo in grado di migliorare le prestazioni sessuali.

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