tromboembolismo

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Sicurezza della terapia ormonale di affermazione di genere

Uno studio condotto sul database di farmacovigilanza francese ha esaminato le reazioni avverse alla terapia ormonale di affermazione di genere segnalate a livello nazionale fino a maggio 2020. L’analisi ha riguardato un totale di 28 segnalazioni, sei delle quali riferite a uomini transgender (fascia di età 21-40 anni) e 22 a donne transgender (fascia di età 22-68 anni).
Negli uomini transgender tutte le reazioni avverse segnalate erano di eventi cardiovascolari e tromboembolici con embolia polmonare nel 50% dei casi.
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Inibitori di Janus chinasi e rischio di eventi tromboembolici

C’è una crescente preoccupazione per l’aumento del rischio di eventi tromboembolici nei pazienti trattati con gli inibitori di Janus chinasi, sebbene i dati degli studi clinici suggeriscano che il rischio sia basso.
Un’analisi dei dati di segnalazione spontanea statunitensi, raccolti dall’Adverse Event Reporting System della FDA (FAERS) tra il 2010 e il 2019, ha rilevato tassi di segnalazione significativi per eventi tromboembolici nei pazienti trattati con inibitori di Janus chinasi, richiamando l’attenzione sul tema.
In particolare, è stato riscontrato un tasso di se
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Testosterone e tromboembolia venosa

Il trattamento con testosterone aumenta il rischio a breve termine di tromboembolia venosa negli uomini indipendentemente dal fatto che siano stati trattati per ipogonadismo.

La notizia proviene da uno studio case-crossover statunitense, che ha analizzato i dati di 39.622 uomini tra i 18 e i 99 anni, 3.110 dei quali con ipogonadismo.

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Le ricadute sul cuore degli antiestrogeni

Una revisione sistematica ha esaminato gli effetti cardiovascolari della terapia ormonale adiuvante in donne con una storia di tumore della mammella non metastatico.

Sono stati identificati 26 studi (15 randomizzati e controllati, 11 osservazionali) nei quali erano riportati uno o più di 7 esiti cardiovascolari in donne trattate con tamoxifene o con inibitori dell’aromatasi: tromboembolismo (15 studi), infarto del miocardio (14 studi), ictus (12 studi), angina (4 studi), scompenso cardiaco (4 studi), aritmia (1 studio), vasculopatia periferica (1 studio).

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Con le trasfusioni aumenta il rischio trombotico

Uno studio prospettico coordinato dalla Johns Hopkins University di Baltimora suggerisce che la trasfusione di emazie predisponga a fenomeni trombotici.

Sono stati utilizzati i dati dell’archivio elettronico ACS-NSQIP (American College of Surgery National Surgical Quality Improvement Program) relativi a 750.937 pazienti chirurgici operati in 525 ospedali nordamericani. Il 6,3% aveva ricevuto nel periodo perioperatorio (da 72 ore prima a 72 ore dopo l’intervento) almeno una trasfusione di emazie.

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Contraccettivi e variabilità del rischio tromboembolico

Il rischio di eventi avversi con i contraccettivi ormonali per bocca dipende dalla diversa composizione in estrogeni e progestinici. Sono queste le conclusioni di uno studio osservazionale francese su scala nazionale che ha coinvolto 4.945.088 donne tra i 15 e i 49 anni di età, che tra luglio 2010 e settembre 2012 avevano ricevuto almeno una prescrizione di contraccettivo per bocca e non avevano mai avuto un ricovero per tromboembolia, ictus ischemico o infarto del miocardio.
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Rischio tromboembolico sotto blocco androgenico

Uno studio retrospettivo di coorte coordinato dai ricercatori del Jewish General Hospital di Montreal ha individuato un aumento del rischio tromboembolico nei pazienti con cancro della prostata sottoposti a blocco androgenico.

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L’associazione fra tromboembolia e pillola contraccettiva

Dopo le numerose segnalazioni di un aumento del rischio di fenomeni tromboembolici con i contraccettivi orali contenenti progestinici di terza generazione (gestodene o desogestrel) e di quarta generazione (drospirenone), alcune delle quali riprese anche da Farmacovigilanza, la decisione dell’agenzia regolatoria francese di sospendere i contraccettivi contenenti ciproterone acetato ha ulteriormente richiamato l’attenzione della comunità scientifica su una questione che coinvolge autorità sanitarie, aziende produttrici, società scientifiche, singoli professionisti, media, ma

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Contraccettivi e rischio tromboembolico: pesano molte variabili

Una metanalisi frutto della collaborazione dei ricercatori della Università di Chieti e dell’Università La Sapienza di Roma conferma che l’uso dei contraccettivi orali aumento il rischio di tromboembolia venosa, e che la forza di questa associazione varia secondo la generazione dei contraccettivi orali (minore per quelli di seconda generazione, maggiore per quelli di terza generazione).

 

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