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Sicurezza della terapia anticoagulante orale a lungo termine

Anticoagulanti diretti e warfarin hanno lo stesso rischio a lungo termine di eventi emorragici maggiori.
Lo rileva uno studio di coorte retrospettivo, che ha incluso 64.642 adulti che hanno iniziato la terapia anticoagulante orale con apixaban, rivaroxaban o warfarin dopo un ricovero per tromboembolismo venoso e hanno proseguito il trattamento oltre i 90 giorni previsti dalle linee guida.
Sul piano dell’efficacia, i pazienti trattati con apixaban hanno avuto tassi di ospedalizzazione significativamente inferiori per tromboembolismo venoso ricorrente rispetto a quelli t
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Rivaroxaban e apixaban a confronto per la sicurezza

Nei pazienti anziani con fibrillazione atriale, il trattamento anticoagulante con rivaroxaban sarebbe associato a un rischio significativamente maggiore di eventi ischemici ed emorragici rispetto all’apixaban.
Lo suggerisce uno studio di coorte retrospettivo statunitense su 581.451 pazienti d’età pari o superiore a 65 anni con fibrillazione atriale, che hanno iniziato il trattamento con uno dei due farmaci tra il 2013 e il 2018.
L’incidenza aggiustata di eventi ischemici o emorragici maggiori è stata di 16,1 per 1.000 anni-persona nei trattati con rivaroxaban rispetto
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Anticoagulanti per bocca e rischio fratture

Nel confronto tra anticoagulanti per bocca nei pazienti con fibrillazione atriale, quello che espone al maggior rischio di fratture sembra essere il warfarin.

La segnalazione proviene da uno studio di coorte cinese che ha arruolato 23.515 pazienti trattati con warfarin o un anticoagulante orale diretto (apixaban, dabigatran, o rivaroxaban) valutando l’incidenza di fratture vertebrali e dell’anca.

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Anticoagulanti e inibitori di pompa

Uno studio retrospettivo di coorte, svolto negli Stati Uniti sugli assistiti da Medicare tra gennaio 2011 e settembre 2015, rileva che l’associazione di un inibitore di pompa a un qualunque anticoagulante per bocca è in grado di ridurre il rischio di sanguinamento del tratto gastrointestinale superiore associato a questi farmaci.

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Rischio di sanguinamento e morte degli anticoagulanti orali diretti

Uno studio multicentrico retrospettivo effettuato dai ricercatori del Canadian Network for Observational Drug Effect Studies (CNODES) ha confrontato la sicurezza, nei primi 3 mesi di impiego, degli anticoagulanti diretti con quella del warfarin in corso di tromboembolia venosa.

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Sanguinamento intraoculare da anticoagulanti diretti

Una revisione sistematica condotta presso le Università di Adelaide e di Oxford suggerisce che l’impiego di anticoagulanti diretti comporti un rischio di sanguinamento intraoculare minore rispetto al warfarin.

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Sanguinamento gastrointestinale: nuovi anticoagulanti a confronto

Uno studio retrospettivo statunitense coordinato dai ricercatori della Mayo Clinic ha fatto ricorso a OptumLabs, un archivio elettronico in cui convergono i dati sanitari di diverse assicurazioni sanitarie statunitensi, per indagare la sicurezza degli anticoagulanti orali.

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Sulla sicurezza gastrointestinale dei nuovi anticoagulanti orali

I ricercatori dell’Università di Lisbona hanno condotto una metanalisi per confrontare il rischio di sanguinamento gastrointestinale associato all’uso degli anticoagulanti orali non antagonisti della vitamina K (apixaban, dabigatran, edoxaban e rivaroxaban) con quello degli anticoagulanti orali antagonisti della vitamina K, dell’eparina a basso peso molecolare e dell’acido acetilsalicilico. Per la revisione sono stati selezionati 23 studi clinici randomizzati di fase III pubblicati fino a luglio 2015.
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Apixaban nell’insufficienza renale

Una revisione sistematica statunitense ha verificato la sicurezza di apixaban nei pazienti con insufficienza renale. L’analisi dei dati aggregati si riferisce a 6 studi randomizzati e controllati di fase III pubblicati fino a febbraio 2014 che avevano coinvolto complessivamente 40.145 pazienti e avevano effettuato il confronto con gli anticoagulanti tradizionali (antagonisti della vitamina K o warfarin, eparine a basso peso molecolare, acido acetilsalicilico) o con placebo.

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