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Venerdì, Luglio 10, 2015

Vareniclina ed eventi avversi

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Uno studio coordinato dal Karolinska Institutet di Stoccolma esclude che l’impiego della vareniclina aumenti il rischio di comportamenti anticonservativi, criminali, antisociali e violenti nella popolazione generale. I risultati si riferiscono all’analisi dell’intera popolazione svedese sopra i 15 anni di età (n=7.917.436) nell’ambito della quale 69.757 persone avevano ricevuto un trattamento con vareniclina per smettere di fumare nell’arco del quadriennio 2006-2009.

Dopo aver determinato i casi incidenti di malattie psichiatriche, di criminalità, di suicidio, di crimini o incidenti sulle strade i ricercatori non hanno individuato alcuna relazione tra l’esposizione al farmaco e le varie categorie di tali eventi. Solo in soggetti con una particolare fragilità (storia di malattie psichiatriche preesistenti) è emerso che con l’assunzione del farmaco aumentava la probabilità di disturbi d’ansia (hazard ratio 1,23, limiti di confidenza al 95% da 1,01 a 1,51) e di alterazioni del tono dell’umore (hazard ratio 1,31, limiti di confidenza d 1,06 a 1,63).

In virtù della sua attività di antagonista dei recettori colinergici nicotinici la vareniclina è attualmente usata per gli interventi di disassuefazione dal fumo di sigaretta. Data la segnalazione di effetti avversi negativi di tipo psichiatrico, le agenzie regolatorie hanno pubblicato alcune avvertenze all’uso e/o modificato la scheda tecnica del farmaco. Il suo impiego è controindicato in alcune categorie di lavoratori impegnati in attività di guida di autoveicoli o attività di controllo.

Questo studio su scala nazionale sembra smentire le preoccupazioni emerse al riguardo. Va peraltro sottolineato che la cessazione stessa dal fumo induce stati ansioso-depressivi e può quindi predisporre agli effetti avversi del farmaco.

Molero Y, Lichtenstein P, et al. Varenicline and risk of psychiatric conditions, suicidal behaviour, criminal offending, and transport accidents and offences: population based cohort study. BMJ 2015; doi: 10.1136/bmj.h2388.

e-mail ricercatore: seena.fazel@psych.ox.ac.uk

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