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Sabato, Settembre 5, 2015

Reazioni cutanee da pembrolizumab, sono anche un bene?

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I ricercatori dell’Università della California di San Francisco, utilizzando le segnalazioni provenienti da 2 studi clinici condotti tra il 2011 e il 2014, hanno stabilito la frequenza e le caratteristiche delle reazioni cutanee avverse da pembrolizumab, un immunomodulatore. L’analisi si riferisce a 83 pazienti con tumore (melanoma nella maggior parte dei casi, ma anche cancro del polmone, cancro della prostata e carcinoma a cellule di Merkel) che hanno ricevuto l’anticorpo anti PD-1 a dosi variabili tra 2 mg/kg ogni 3 settimane a 10 mg/kg ogni 3 settimane. Nel corso di un follow up mediano di 15 settimane, il 42% dei pazienti ha sviluppato almeno una reazione cutanea. Si trattava in genere di eruzioni maculo-papulari (29%), prurito (12%) e ipopigmentazione (8%, quest’ultima comparsa solo nei pazienti con melanoma). Non si sono invece registrate reazioni cutanee gravi (grado 4, di tipo ulcerativo o eritrodermico).

Indipendentemente dalla dose di farmaco ricevuta, l’insorgenza di reazioni cutanee si associava a una più lunga sopravvivenza libera da malattia (p=0,001 per i pazienti trattati con 10 mg/kg ogni 3 settimane; p=0,003 per i pazienti trattati con 10 mg/kg ogni 2 settimane; p=0,009 per i pazienti trattati con 2 mg/kg ogni 3 settimane).  La comparsa di una reazione avversa dermatologica potrebbe quindi essere interpretata come un fattore positivo, che indicherebbe l'attività del trattamento sulla neoplasia.

Va però posta molta attenzione nel "nobilitare" una reazione avversa come indicatore di efficacia; gli effetti avversi sono chiari, la relazione (vera o presunta) con l'efficacia molto meno. Va aggiunto che si sa relativamente poco sul profilo di sicurezza dei farmaci antineoplastici con azione sul sistema immunitario, come il pembrolizumab. A questo proposito si ricorda che il Comitato Europeo per i Medicinali ad Uso Umano (CHMP) dell'Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) ha raccomandato nel maggio 2015 l'approvazione di questo farmaco per il trattamento del melanoma avanzato (non operabile o metastatico). Il riscontro di una relazione tra risposta alla terapia e comparsa di reazioni avverse, da confermare ulteriormente, impone un approccio molto accurato sulla valutazione del rapporto tra rischi e benefici ed è necessaria una maggiore conoscenza dell'effetto del farmaco sull’assetto immunitario associato al tumore.

Sanlorenzo M, Vujic I, et al. Pembrolizumab cutaneous adverse events and their association with disease progression. JAMA Dermatol 2015; doi: 10.1001/jamadermatol.2015.1916.

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