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Mercoledì, Luglio 22, 2015

I rischi degli antibiotici nelle residenze sanitarie assistenziali

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La prescrizione inappropriata (per intensità e indicazioni) di antibiotici agli anziani ricoverati nelle residenze sanitarie assistenziali ha conseguenze negative sulla salute non solo di quelli che li assumono direttamente ma anche di tutti gli ospiti lungodegenti. A queste conclusioni è giunta un’indagine longitudinale in aperto condotta dai ricercatori dell’Università di Toronto nell’arco di un biennio su 110.656 ultrasessantaseienni residenti in 607 residenze assistenziali dell’Ontario.

Lo studio ha rilevato un’ampia variabilità locale nell’uso di antibiotici, più spesso penicilline o fluorochinoloni (valore medio 55 giorni di antibioticoterapia ogni 1.000 giorni di ricovero) in relazione diretta con la comparsa di eventi avversi (dal 13,3% delle strutture ad alta intensità d’uso all’11,4% di quelle a bassa intensità, p<0,001). 

Un andamento nello stesso verso si è osservato anche nel sottogruppo di ricoverati che non avevano assunto direttamente i farmaci oggetto dello studio.

Essere ricoverati in residenze assistenziali con alta intensità d’uso di antibiotici (strutture in genere caratterizzate da piccole dimensioni, sede extraurbana e gestione privata) aumentava il rischio di eventi avversi (odds ratio 1,24, limiti di confidenza al 95% da 1,07 a 1,42, p=0,003).

E’ interessante sottolineare che il rischio di infezioni opportunistiche da Clostridium difficile o da agenti antibiotico-resistenti riguardava tutti i ricoverati, indipendentemente dall’assunzione del trattamento in prima persona. In aggiunta, coloro che avevano assunto direttamente gli antibiotici erano esposti a un aumento del rischio di reazioni allergiche e più in generale di reazioni avverse ai farmaci (dal 14% al 12,9% secondo l’intensità d’uso adottata nella struttura).

L’impiego degli antibiotici nella popolazione anziana lungodegente è un problema diffuso (si stima che su base annua vengano esposti a una terapia antibiotica 2 pazienti su 3) e irrisolto da tempo. La novità di questo studio è la portata delle conseguenze su tutta la popolazione ricoverata che giustifica ampiamente i costanti richiami all’appropriatezza prescrittiva.

Daneman N, Bronskill SE, et al. Variability in antibiotic use across nursing homes and the risk of antibiotic-related adverse outcomes for individual residents. JAMA Intern Med 2015; doi:10.1001/jamainternmed.2015.2770.

80.211.154.110