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Mercoledì, Aprile 20, 2016

Farmaci anti TNF e ipertensione

Uno studio di coorte condotto sulla base delle denunce di sinistri delle assicurazioni sanitarie statunitensi stabilisce che nei pazienti in trattamento farmacologico per l’artrite reumatoide il rischio che insorga un’ipertensione arteriosa è simile se si utilizzano farmaci biologici inibitori del fattore di necrosi tumorale alfa e farmaci tradizionali che modificano il decorso della malattia (DMARs). Relativamente al periodo 2001-2012, i ricercatori del Brigham and Women's Hospital di Boston hanno identificato 4.822 soggetti che avevano iniziato per la prima volta il trattamento con farmaci anti TNF alfa e 2.4000 soggetti che iniziavano il trattamento con farmaci DMARs. Dopo correzione per la durata dell’esposizione alla terapia, il rischio di ipertensione è risultato simile (hazard ratio 0,95, limiti di confidenza al 95% da 0,74 a 1,12) con la classe di biologici (36 casi per 1.000 anni-persona limiti di confidenza al 95% da 32 a 41) e con i farmaci tradizionali (42 casi per 1.000 anni-persona, limiti di confidenza al 95% da 34 a 51). Nella scelta dei farmaci per il trattamento dell’artrite reumatoide si tiene in genere conto delle controindicazioni relative al singolo paziente e degli effetti avversi più probabilmente associati a ciascun farmaco. Per quanto riguarda un possibile innalzamento dei livelli pressori, i dati di questo studio mettono sullo stesso piano le due opzioni terapeutiche di più comune impiego nella pratica clinica. Viene invece confermata un’associazione tra l’uso della leflunomide (un farmaco DMARs) e l’ipertensione (hazard ratio: 2,3, limiti di confidenza al 95% da 1,7 a 3,0).
Desai RJ, Solomon DH, et al. Tumor necrosis factor-[alpha] inhibitor use and the risk of incident hypertension in patients with rheumatoid arthritis. Epidemiology 2016; doi:0.1097/EDE.0000000000000446. e-mail ricercatore: eva.von.strauss@ki.se
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