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Lunedì, Aprile 10, 2017

Eccesso di mortalità con gli inibitori del check point immunitario

Reazione: 

Una revisione sistematica ha individuato un eccesso di mortalità correlata al trattamento con inibitori del check point immunitario, farmaci usati in ambito oncologico. I dati sono stati ricavati da 18 studi clinici di fase 2 o 3 relativi a 10.849 pazienti trattati con gli inibitori del check point. Un aumento del rischio di morte si è osservato in realtà solo con i farmaci attivi sulla via CTLA-4, come ipilimumab e tremelimumab (odds ratio 1,8, limiti di confidenza al 95% da 1,25 a 2,59, p=0,002) ma non con quelli attivi sulla via PD-1, come nivolumab, pembrolizumab e atezolizumab (odds ratio 0,63, limiti di confidenza al 95% da 0,31 a 1,3, p=0,22). Le cause più frequenti di morte correlate ai farmaci erano diarrea/colite grave, sepsi neutropenica e tossicità epatica acuta. Non si è osservata alcuna associazione tra il tipo di neoplasia trattata (melanoma, cancro del polmone non a piccolo cellule, miscellanea di altri tumori) e il rischio di morte. Gli inibitori del check point immunitario sono ormai più che una promessa tra i farmaci antitumorali. Delle due sottoclassi di farmaci gli anticorpi anti CTLA-4 hanno fatto per primi il loro ingresso sul mercato e, stando ai risultati di questa metanalisi, avrebbero un profilo di sicurezza peggiore.

Abdel-Rahman O, Helbling D, et al. Treatment-related death in cancer patients treated with immune checkpoint inhibitors: a systematic review and meta-analysis. Clin Oncol (R Coll Radiol) 2017; 29:218-30. e-mail ricercatore: omar.abdelrhman@med.asu.edu.eg

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